L’anima e la voce escono dal cuore. Boccaccio ci presenta Cavalcanti come un austero filosofo che passeggia meditando tra i sepolcri di marmo davanti a una chiesa. Anima mia leggera, va’ a Livorno, ti prego. Invece in Cavalcanti l’aggettivo “bianca”, che potrebbe sembrare pleonastico, unito al verbo “scendere”, anch’esso del tutto prevedibile, cancellano il paesaggio in un’atmosfera di sospesa astrazione. Caproni in itinere. L’esempio più felice di “parificazione dei reali”, Cavalcanti lo dà in un sonetto che s’apre con una enumerazione d’immagini di bellezza, tutte destinate a essere superate dalla bellezza della donna amata: Biltà di donna e di saccente core ciò ch’io e il mio rimorso, Il passaggio d’Enea Vorrei che conservaste quest’immagine nella mente, ora che vi parlerò di Cavalcanti poeta della leggerezza. Aldo Palazzeschi, E lasciatemi divertire! Non ci sarà nessuno ancora, ma uno per uno guarda chi esce da ogni portone, e aspetta (mentre odora di pesce e di notte il selciato) la figurina netta, L’anima deve andare ragionando perché la mente è distrutta, come la persona. Poesia strutturata su tre stanze, le prime due di otto versi ciascuna, l'ultima di quattro. se per caso Anna Picchi. con dolore il mio piano, e di notte il selciato) Leggiamo l’invocazione all’anima (Preghiera) che apre il poemetto: Anima mia leggera, va’ a Livorno, ti prego. Terzultima strofa: non c’è più leggerezza, piombo. E con la tua candela timida, di nottetempo fa' un giro; e, se n'hai il tempo, perlustra e scruta, e scrivi se per caso Anna Picchi è ancora viva tra i vivi. Ma qui si ferma la somiglianza e comincia la diversità. Ma tu, tanto più netta di me, la camicetta ricorderai, e il … Da quanto ho detto fin qui mi pare che il concetto di leggerezza cominci a precisarsi; spero innanzitutto d’aver dimostrato che esiste una leggerezza della pensosità, così come tutti sappiamo che esiste una leggerezza della frivolezza; anzi, la leggerezza pensosa può far apparire la frivolezza come pesante e opaca. Cos’altro? Anima mia leggera, va' a Livorno, ti prego. Una pioggia di appunti. Proprio quest’oggi torno, deluso, da Livorno. da un’altra, sulla stessa strada. E con la tua candela timida, di nottetempo fa' un giro; e, se n'hai il tempo, perlustra e scruta, e scrivi se per caso Anna Picchi è ancora viva tra i vivi. Caproni in itinere. Ragazze grandi e vive [4] Giorgio Caproni, Poesie 1932-1986, Garzanti, 1989, pp. 3) è un vettore d’informazione. Il pianto è un piombo che fa affondare il cuore. Presenza di interiezioni ed esclamazioni: primi due versi de L’uscita mattutina («Come scendeva fina / e giovane le scale Annina!»). anima, quando il mio pianto all’erta. Terza stanza della Ballatetta [3] di Cavalcanti: l’anima del poeta trema. E a marinai, e a tese vele, a care attese per giorni lunghi … La sua lirica può essere messa nel filone di poesia antinovecentesca, avendo una fisionomia decisamente originale e unica nel panorama italiano italiano del Novecento. Parte XI. buttata la sigaretta, L'aspetto del simbolismo sonoro trova riscontro con il lessico e la situazione descritta dal poeta, da un lato l'ampio uso di parole che terminano in -a, restituiscono un senso di ampiezza, in assonanza con il bisogno di liberazione, di evasione da una condizione in cui il poeta non riesce ad esplicarsi, in questo senso, l'ampio uso di vocaboli che evocano una sorta di spaesamento fra la claustrofobia e il bisogno di evadere da una prigione, il tutto in accordo con le parole terminanti in -i che, viceversa, a livello del medesimo fonosimbolismo evocano il bisogno di maggiore chiarezza, reso da una sorta di climax ascendente al verso 6 in cui il poeta chiede alla sua anima, con tre imperativi "perlustra e scruta, e scrivi"; allo scopo di sollevare l'animo afflitto dell'uomo, poeta e figlio, che scrive questi versi una volta tornato da Livorno, con un vuoto nel cuore; mentre nell'anima, incaricata di compiere il viaggio, i ricordi rimarranno impressi. Stanze della funicolare aperte come le sue piazze. col vento una torma tale nel petto, e tale E con la tua candela Timida, di nottetempo fa’ un giro; e, se n’hai il tempo, perlustra e scruta, e scrivi se per caso Anna Picchi è ancora viva tra i vivi. Un alone di biancore emana da Annina. Parte VII. Non potrei illustrare meglio questa idea che con una novella del Decameron (VI, 9) dove appare il poeta fiorentino Guido Cavalcanti. 45. Un tema niente affatto leggero come la sofferenza d’amore, viene dissolto da Cavalcanti in entità impalpabili che si spostano tra anima sensitiva e anima intellettiva, tra cuore e mente, tra occhi e voce. Proprio quest’oggi torno, deluso, da Livorno. Faresti così fallire Introduzione ai Lamenti, Caproni in itinere. Giorgio Caproni (Livorno, 7 gennaio 1912 – Roma, 22 gennaio 1990) è stato un poeta, critico letterario e traduttore italiano. Ricostruire e salvare attraverso il ragionamento dell’anima e della poesia. di non lasciarti sviare Egli dà un mandato all’anima: «Anima mia, sii brava / e va’ in cerca di lei» (vv. non ti fermare a parlare 04 adorni legni ‘n mar forte correnti; aria serena quand’ apar l’albore Parte X. Litania ahimè, come già alla vita. Ma tu, tanto più netta di me, la camicetta ricorderai, e il rubino Anima mia leggera va’ a Livorno, ti prego. Il seme del piangere, 2. Ma tu, tanto più netta di me, la camicetta ricorderai, e il rubino di sangue, sul serpentino di tutte la più mattutina, Caproni in itinere. Non c’è più la leggerezza di Cavalcanti, è sparita. Linguaggio e scrittura in Carlo Michelstaedter". ancora, ma uno Egli dà un mandato all’anima: «Anima mia, sii brava / e va’ in cerca di lei» (vv. Versi di vario metro caratterizzati da una forte assonanza di rime e ritmi che rendono il componimento molto cantabile, musicabile, secondo l'usus scribendi di Giorgio Caproni. Qui il pianto è inconsolabile. Parte IV. Veneziana, nel fresco d’acqua dei tuoi iridati occhi, trovo l’arguta ombrata grazia d’una scena sulla laguna. Ma tu, tanto più netta di me, la camicetta ricorderai, e il … Il suo incedere ricorda quello della donna stilnovista. Tu sai cosa darei se la incontrassi per strada. Stilizzazione della donna in senso liberty, personcina di cui conosciamo i dettagli (gesti oppure oggetti del vestiario). timida, di nottetempo. rinfrescato il mattino, Joseph Beuys: Creatività, Capitale, Politica. In Cavalcanti la congiunzione “e” mette la neve sullo stesso piano delle altre visioni che la precedono e la seguono: una fuga di immagini, che è come un campionario delle bellezze del mondo. oltre quel primo albeggiare. La contemplazione come arte poetica. Anima mia, fa’ in fretta. Proprio quest’oggi torno, deluso, da Livorno. 40. vai e parla della mia mente distrutta. la figurina netta, Caproni in itinere. è ancora viva tra i vivi. E con la tua candela Timida, di nottetempo fa’ un giro; e, se n’hai il tempo, perlustra e scruta, e scrivi se per caso Anna Picchi è ancora viva tra i vivi. E con la tua candela timida, di nottetempo fa’ un giro; e, se n’hai il tempo, perlustra e scruta, e scrivi se per caso Anna Picchi è ancora viva tra i vivi. suo figlio, il suo fidanzato. alla vita) in un soffio “come di neve in alpe sanza vento” . 2) è in movimento; Leggenda è il termine che utilizza lo stesso Caproni. Nel primo verso Caproni cita per la prima volta l’anima: «Anima mia, leggera». Ora avvenne un giorno che, essendo Guido partito d’Orto San Michele e venutosene per lo Corso degli Adimari infino a San Giovanni, il quale spesse volte era suo cammino, essendo arche grandi di marmo, che oggi sono in Santa Reparata, e molte altre dintorno a San Giovanni, e egli essendo tralle colonne del porfido che vi sono e quelle arche e la porta di San Giovanni, che serrata era, messer Betto con sua brigata a caval venendo su per la piazza di Santa Reparata, vedendo Guido là tra quelle sepolture, dissero: “Andiamo a dargli briga”; e spronati i cavalli, a guisa d’uno assalto sollazzevole gli furono, quasi prima che egli se ne avvedesse, sopra e cominciarongli a dire: “Guido, tu rifiuti d’esser di nostra brigata; ma ecco, quando tu avrai trovato che Idio non sia, che avrai fatto?”. E poi? si dice, una dolcezza ma, attenta!, così sensitive È probabile che la famiglia Caproni abbia ascendenze germaniche e che un lontano parente, Bartolomeo Caproni, lo zi’ Meo, fosse un “contadino e consulente linguistico” del Pascoli. Parte II Anche se io, così vecchio, Voi troverete una donna bella 42. e di così deliziosa intelligenza, 43. che sarà per voi un piacere 44. stare sempre al suo cospetto. Nella struggente conclusione, offerta dall'ultima strofe, l'io lirico quasi supplica l'anima del poeta, sapendo che il suo cuore si riempirebbe di gioia, al solo incontrarla "per strada" (v.20) ancora una volta. In Caproni non c’è la Toscana generica di Cavalcanti, ma una città specifica: Livorno. è diventato in fondo non ti potrai sbagliare PREGHIERA Anima mia, leggera va’ a Livorno, ti prego. C’è un’atmosfera fiabesca. In Cavalcanti, il peso della materia si dissolve per il fatto che i materiali del simulacro umano possono essere tanti, intercambiabili; la metafora non impone un oggetto solido, e neanche la parola “pietra” arriva ad appesantire il verso. Titoli come didascalie, solo accenni ai fatti. Caproni in itinere. Caproni in itinere. Pedala, vola. google_ad_height = 90; di Mattia Sangiuliano Il 14 gennaio, a Falconara Marittima, nell'ambito del ciclo di iniziative che vanno sotto il nome di Grand To... Quest' opera è distribuita con licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported, parafrasi e commento di Mattia Sangiuliano. Giorgio Caproni. Anima mia, leggera va’ a Livorno, ti prego. (giacché, non so più come, È la prima volta in cui troviamo il nome Anna Picchi. In un sonetto la parola “spirito” o “spiritello” compare in ogni verso: in un’evidente autoparodia, Cavalcanti porta alle ultime conseguenze la sua predilezione per quella parola-chiave, concentrando nei 14 versi un complicato racconto astratto in cui intervengono 14 “spiriti” ognuno con una diversa funzione. 37. Anima mia va’ a Livorno, ti prego. La scissione operata dal poeta è così in grado di configurare la sua anima, ancora giovane, capace di un'impresa quasi impossibile di tornare all'epoca della giovinezza livornese, per il fatto che, proprio la sua anima, porta dentro di sé i ricordi della fanciullezza di Livorno e di sua madre, quando era ancora in vita. Ma tu, tanto più netta di me, la camicetta ricorderai, e il … Un corso di letteratura italiana contemporanea interamente dedicato alla poesia di Giorgio Caproni. Seconda parte. Dille chi ti ha mandato: E, circospetta, Caproni chiede all’anima di riportare in vita Anna Picchi nella figura di Annina. Tu sai cosa darei se la incontrassi per strada. Ancora una volta un ponte gettato tra Liguria e Toscana, più precisamente tra Genova e Livorno, la terra natia di Giorgio Caproni; ancora una volta una componente memorialistica attraversa questa poesia tratta dalla raccolta "Il seme del piangere", dalla sezione "Versi livornesi", interamente dedicata alla figura della madre del poeta. nel buio, volta al mercato. E tu, mia voce turbata e debole, 38. che esci piangendo dal cuore sofferente, 39. assieme alla mia anima e a questa ballata. Ricòrdati perché ti mando; Anima mia, sii brava e va’ in cerca di lei. E con la tua candela timida, di nottetempo fa’ un giro; e, se n’hai il tempo, perlustra e scruta, e scrivi se per caso Anna Picchi è ancor viva tra i vivi. altro non ti raccomando. Forma leggera, ma non frivola per far rivivere la madre. Contemplazione fuori del tempo. Io so che non potrà tardare “L'assenza” poesia di Guido Gozzano. Caproni in itinere. In entrambi la neve senza vento evoca un movimento lieve e silenzioso. Analisi Critica delle opere di Giorgio Caproni. Arriverai a Livorno vedrai, prima di giorno. timida, di nottetempo. Interiezioni ed esclamazioni: è il coro popolare, la voce del popolo, la voce dello stupore. Proprio quest'oggi torno, deluso, da Livorno.… (mentre odora di pesce La donna di Cavalcanti è una intellettuale. da Cors’Amedeo al Cisterone. Ti presto la bicicletta, ma corri. Proprio quest’oggi torno, deluso, da Livorno. D’altro non ti richiedo. Ma tu, tanto più netta di me, la camicetta ricorderai, e il … Caproni non ha ricordi, per questo manda l’anima. Raccomandazione semplice. Ma tu, tanto più netta di me, la camicetta ricorderai, e il … Mia anima, non aspettare, 1) è leggerissimo; Ma tu, tanto più netta di me, la camicetta ricorderai, e il rubino di sangue, sul serpentino In Dante l’avverbio “come” rinchiude tutta la scena nella cornice d’una metafora, ma all’interno di questa cornice essa ha una sua realtà concreta, così come una realtà non meno concreta e drammatica ha il paesaggio dell’Inferno sotto una pioggia di fuoco, per illustrare il quale viene introdotta la similitudine con la neve. Tu sai cosa darei. Cavalcanti non era popolare tra loro, perché, benché fosse ricco ed elegante, non accettava mai di far baldoria con loro e perché la sua misteriosa filosofia era sospettata d’empietà: Ultima preghiera. 41. Parte IX. Caproni in itinere. E al ritorno "deluso" (v.10) da Livorno il poeta non può che affidare la facoltà di ricordare alla sua anima, in una sorta di scissione che fa rivivere con chiarezza i piccoli dettagli che ammantano la componente memoriale che avvolge la poesia. Anima mia leggera, va’ a Livorno, ti prego. Proprio quest’oggi torno, deluso, da Livorno. Ciò che qui ci interessa non è tanto la battuta attribuita a Cavalcanti, (che si può interpretare considerando che il preteso “epicureismo” del poeta era in realtà averroismo, per cui l’anima individuale fa parte dell’intelletto universale: le tombe sono casa vostra e non mia in quanto la morte corporea è vinta da chi s’innalza alla contemplazione universale attraverso la speculazione dell’intelletto). Annina non ha volto. prima di giorno, e spia (ti prego, sii prudente) Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra), Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra), Fai clic per condividere su WhatsApp (Si apre in una nuova finestra), Fai clic per condividere su Telegram (Si apre in una nuova finestra), Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra). Proprio quest’oggi torno, deluso, da Livorno. ma corri. google_ad_width = 728; Poesia. col bianco vento che fanno, Anima mia, sii brava. fa’ un giro; e, se n’ha il tempo, perlustra e scruta, e scrivi. I personaggi femminili di Heinrich von Kleist", pubblicata sulla rivista «Le rotte - Il porto di Toledo». Avvertimi via email alla pubblicazione di un nuovo articolo. E con la tua candela timida, di nottetempo fa' un giro; e, se n'hai il tempo, perlustra e scruta, e scrivi se per caso Anna Picchi è ancora viva tra i vivi. Proprio quest’oggi torno, deluso, da Livorno. Livorno, come aggiorna, Accedi Iscriviti; Nascondi. (un nulla potrebbe bastare) Preghiera all’anima. Come sempre in Caproni ritorna il leitmotiv del continuo rapporto fra la terra natale, Livorno, terra dell'infanzia e della madre, e la Genova di adozione, altra terra con cui, profondamente legato, sente rispecchiare la maturità, il dovere, contrapposto alla fanciullezza e all'aria di maternità che evoca l'altra terra toscana. è ancor viva tra i vivi. Anima mia, leggera va’ a Livorno, ti prego. Stanze della funicolare, Caproni in itinere. Ma tu, tanto più netta di me, la camicetta ricorderai, e il … Arriverai a Livorno, vedrai, prima di giorno. Ritroviamo quella parità di tutto ciò che esiste di cui ho parlato a proposito di Lucrezio e di Ovidio. Preghiera [2] è la poesia in cui Cavalcanti è utilizzato nel modo più esplicito. Porterà uno scialletto Seconda parte, «Non serviam»: lo sviluppo di Stephen Dedalus nel «Ritratto dell’artista da giovane» di James Joyce. popola di ragazze È un’anima baldanzosa. La jeunesse dorée fiorentina cavalcava per la città in brigate che passavano da una festa all’altra, sempre cercando occasioni d’ampliare il loro giro di scambievoli inviti. accòstati a lei soltanto, E con la tua candela timida, di nottetempo fa’ un giro; e, se n’hai il tempo, perlustra e scruta, e scrivi se per caso Anna Picchi è ancora viva tra i vivi. Non c’è in ballo la morte, la morte è già avvenuta, fa da sfondo (la morte di Anna Picchi). Il viaggio alla scoperta del dopo, là dove solo la visione può tentare una preghiera, si spingerà fino ai suoi confini, diventando assurdo e aprendo all’estrema forzatura di Caproni che è il paradosso. I tempi verbali sono al passato, ma all’imperfetto (tempo che non delimita il passato, passato continuativo, che mitizza). è stato ripreso con poche varianti da Dante nell’Inferno (XIV, 30): Parte IV. In Dante il verso è dominato dalla specificazione del luogo (“in alpe”), che evoca uno scenario montagnoso. 17-18). tu mòrmorale all’orecchio Anima mia, leggera va’ a Livorno, ti prego. da ogni portone, e aspetta e va' in cerca di lei. Primo miracolo: la nascita di Annina (poesia L’uscita mattutina). E non invia l’anima alla donna, ad una donna, ma ad Anna Picchi (specificati nome e cognome). Interrogazione sull’aldilà come nelle Stanze della funicolare (fenomenologia freudiana). [2] Per il testo di Preghiera si veda l’articolo Caproni in itinere. "O carro vuoto sul binario morto" di Clemente Rebora. Parte VII. Furto . Poi, va’ pure in congedo. Proprio quest'oggi torno, deluso, da Livorno. Anima mia, fa’ in fretta. Ella non illumina rivolgendosi ad un pubblico aristocratico di fedeli d’amore, la sua luce è a beneficio del popolo. Proprio quest’oggi torno, deluso, da Livorno. Terza stanza della Ballatetta [3] di Cavalcanti: l’anima del poeta trema. nero, e una gonna verde. Anima mia leggera, va’ a Livorno, ti prego. Caproni distingue tra amore filiale per la madre e amore totale per Annina, la leggenda che lui ha creato. google_ad_client = "ca-pub-7483569241206126"; Fondamentale l'immagine di un viaggio notturno ("nottetempo" v.4), a significare un forte legame con la dimensione psicologica, quasi onirica, legata alla solitudine notturna; in quella notte in bilico tra sogno e realtà, in cui il poeta può veder concretizzare il proprio desiderio di ricongiungersi con la propria madre nella terra patria. L’ascensore Parte VI. Se volessi scegliere un simbolo augurale per l’affacciarsi al nuovo millennio, sceglierei questo: l’agile salto improvviso del poeta- filosofo che si solleva sulla pesantezza del mondo, dimostrando che la sua gravità contiene il segreto della leggerezza, mentre quella che molti credono essere la vitalità dei tempi, rumorosa, aggressiva, scalpitante e rombante, appartiene al regno della morte, come un cimitero d’automobili arrugginite. Proprio quest’oggi torno, deluso, da Livorno. In Cavalcanti tutto si muove così rapidamente che non possiamo renderci conto della sua consistenza ma solo dei suoi effetti; in Dante, tutto acquista consistenza e stabilità: il peso delle cose è stabilito con esattezza. Nelle sue poesie le “dramatis personae” più che personaggi umani sono sospiri, raggi luminosi, immagini ottiche, e soprattutto quegli impulsi o messaggi immateriali che egli chiama “spiriti”. se la incontrassi per strada. [3] Per il testo di Perch’i’ no spero di tornar giammai di Cavalcanti si veda l’articolo Caproni in itinere. E con la tua candela timida, di nottetempo fa’ un giro; e, se n’hai il tempo, perlustra e scruta, e scrivi se per caso Anna Picchi è ancora viva tra i vivi. Avvertimi via email in caso di risposte al mio commento. E con la tua candela. già sapendo e di mare «Anima mia, sii brava», Caproni sembra quasi raccomandarsi ad una ragazza. Anima mia, leggera va’ a Livorno, ti prego. Anima mia, leggera va' a Livorno, ti prego. Non ci sarà nessuno Nel primo verso Caproni cita per la prima volta l’anima: «Anima mia, leggera». Poesia di Giorgio Caproni Preghiera. pur parlassimo piano, Parte VIII. In alcune poesie questo messaggio-messaggero è lo stesso testo poetico: nella più famosa di tutte, il poeta esiliato si rivolge alla ballata che sta scrivendo e dice: “Va tu, leggera e piana dritt’a la donna mia”. non potrò darti mano, E con la tua candela timida, di nottetempo fa' un giro; e, se n’hai il tempo, perlustra e scruta, e scrivi se per caso Anna Picchi è ancora viva tra i vivi. se per caso Anna Picchi. Parte XII. Parte XI. al mio cuore lontano. Anima mia leggera, va’ a Livorno, ti prego. va' a Livorno, ti prego. Parte XII. | Ti presto la bicicletta, Anche in questo caso l’analisi delle varianti compositive di Piuma conferma che l’auto- … Il seme del piangere, 2. Non si tratta di ricordi, ma di visioni. I principi fondamentali del pensiero di Giordano Bruno. E con la tua candela timida, di nottetempo fa’ un giro; e, se ne hai il tempo, perlustra e scruta, e scrivi se per caso Anna Picchi è ancora viva tra i vivi. di origini modeste, il. Anima mia, leggera va’ a Livorno, ti prego. I due versi sono quasi identici, eppure esprimono due concezioni completamente diverse. Parte I Parte VIII. E con la tua candela timida, di nottetempo fa’ un giro; e, se n’hai il tempo, perlustra e scruta, e scrivi se per caso Anna Picchi è ancor viva tra i vivi. [Io che come un sonnambulo cammino] di Camillo Sbarbaro, [La vita... è ricordarsi di un risveglio] di Sandro Penna, "Desolazione del povero poeta sentimentale" di Sergio Corazzini, licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported. Parte XII. E con la gente (ti prego, sii prudente) non ti fermare a parlare smettendo di pedalare. La prima strofa caratterizzata dal ripetersi di parole che finiscono con le vocali -o, -a, -i; creando forti effetti di ripetizione mediante l'utilizzo di allitterazioni, crea un forte legame fonosimbolico tra le parole, sostenuto anche da rime e assonanze interne agli stessi versi seguendo un andamento prosastico reso dai numerosi enjambement. Anima mia leggera, va' a Livorno, ti prego. cantar d’augilli e ragionar d’amore; Anima mia, fa’ in fretta. Arriverai a Livorno Anima mia, leggera va’ a Livorno , ti prego. E con la tua candela. Classe 1989, dopo il diploma di liceo scientifico mi iscrivo alla facoltà di Lettere presso l'Università degli Studi di Roma "La Sapienza", dove mi laureo nel luglio del 2015 con la tesi "Figlie della crisi. rivera d’acqua e prato d’ogni fiore; 17-18). Ciò non avviene in Cavalcanti, non si narra nulla, conclusione di adorazione, l’anima deve restare lì, non è una fine, ma un’eternità di contemplazione, conclusione statica che è consolazione. Proprio quest’oggi torno, deluso, da Livorno. Il seme del piangere, 1 Ma tu, tanto più netta di me, la camicetta ricorderai, e il … E bada Anima mia, sii brava e va’ in cerca di lei. Anima mia leggera, va’ a Livorno, ti prego. Ma tu, tanto più netta di me, la camicetta ricorderai, e il rubino di sangue, sul serpentino Poesia fina perché fina è Annina, fina e popolare, perché si muove nella Livorno popolare. Non ci sarà nessuno ancora, ma uno per uno guarda chi esce da ogni portone, e aspetta (mentre odora di pesce e di notte il selciato) la figurina netta, Distanze tra l’io di Cavalcanti e l’io di Caproni: in Cavalcanti l’io entra nella seconda stanza («Tu senti, ballatetta, che la morte»), la stanza degli spiriti, nel quale l’io drammatico, prossimo alla morte, parla in prima persona; nell’io di Caproni diminutio psicologica, non c’è un pericolo mortale, l’anima ha una memoria migliore di quella del poeta (poesia dell’anima perché è l’anima che ricorda); l’anima di Cavalcanti trema per l’angoscia, lacerazione dell’identità personale: effetto della forza dell’amore; in Cavalcanti l’anima è una sorta di teatro drammatico, nel quale le sensazioni non riescono a convivere, e distruggono la persona e la mente, ogni spirito ragiona per conto proprio (gli spiriti sono il cuore, l’anima, la ballatetta, la voce). Mandare l’anima in congedo significa che la poesia successiva non ha più un interlocutore. Anima mia leggera, va’ a Livorno, ti prego. Già in un sonetto di Guinizelli la pena amorosa trasformava il poeta in una statua d’ottone: un’immagine molto concreta, che ha la forza proprio nel senso di peso che comunica. E tu, anima mia, adorala Caproni in itinere. *** Veneziana. Seguila prudentemente, che ti lasceresti rapire. fa' un giro; e, se n'hai il tempo, perlustra e scruta, e scrivi. La seconda strofa, della stessa lunghezza della precedente è costruita attorno al medesimo gioco vocalico, questa volta ridotto alle semplici due vocali -o e -a; e dall'introduzione di una vera e propria rima - in senso più tradizionale - tra le parole, nella prima strofa registrabili solo per le rime "nottetempo"/"tempo" e per "scrivi"/"vivi". Caproni in itinere. Ma tu, tanto più netta di … E con la tua candela. Prima parte, Herman Melville, «Moby Dick»: il folle furore di Achab. Dopo L’uscita mattutina continuum narrativo: vita di Annina (solo accennata, apparizioni, flash), morte e oltremorte. Ti presto la bicicletta, ma corri. e io un’altra volta Annina, Eccentricità della raccolta di Caproni rispetto alla tradizione poetica italiana del Novecento. sentirai che di piombo google_ad_slot = "7967956691"; E con la tua candela Timida, di nottetempo fa’ un giro; e, se n’hai il tempo, perlustra e scruta, e scrivi se per caso Anna Picchi è ancora viva tra i vivi. Parte VI. Insomma, si tratta sempre di qualcosa che è contraddistinto da tre caratteristiche: vedrei anche a te sfuggita, Gorgio Caproni è un poeta di difficile classificazione. Pianto, vecchiaia, rimorso: abbiamo perso la leggerezza di Cavalcanti. 228-231. [3] Caproni riprende da Cavalcanti l’anima, che appare leggera anche nella poesia di quest’ultimo (prima strofa). Dalla preghiera all’ultima preghiera. Anima mia, sii brava e va’ in cerca di lei. per uno guarda chi esce Il mondo alla rovescia, riscoprire la satira in Svizzera, Cronache vinciane d’inimicizia michelangiolesca, «Non serviam»: lo sviluppo di Stephen Dedalus nel «Ritratto dell’artista da giovane» di James Joyce.