Gli interventi successivi sono limitati a opere accessorie che non alterarono la struttura. [7]. Percorsi guidati nell'arte del Medioevo italiano suddivisi per aree geografiche. Chi passeggia sotto i portici di Palazzo Comunale in piazza Grande potrà vedere nella vetrina dello Iat (Ufficio informazione e accoglienza turistica) la facciata del Duomo di Modena in una versione originale. Il Duomo di Modena e l’Abbazia di Nonantola ci parlano attraverso le loro figure. VV., Marmoribus Sculptis, Il duomo di Modena arte e storia, editore Altair4 multimedia per Museo Civico d'arte e Cassa di Risparmio di Modena, Modena 1998(senza ISBN). Si è infatti constatato qualche, sia pur lieve, cedimento e un avvicinamento millimetrico della Ghirlandina al Duomo, causati dal traffico che corre vicino o da un abbassamento della falda acquifera sottostante. Vi sono raffigurate scene curiose, un vero unicum, con figure fantastiche in atteggiamenti originali e talora acrobatici, come le due donne sedute una delle quali è a testa all'ingiù. In quel periodo, caratterizzato dalla lotta fra papato e impero per l'investitura dei vescovi, la città, pur facendo parte dei domini di Matilde di Canossa, era stata governata saldamente dal potente vescovo Eriberto, che però fu scomunicato nel 1081 da Gregorio VII per le sue simpatie per l'antipapa Clemente III e per l'imperatore. I portali non presentano lunette, mentre sono decorati da sculture gli altri elementi. tel. Successivamente fino al XIV secolo, generazioni di maestri Campionesi modificarono l'aspetto della costruzione aggiungendo il rosone in facciata, aprendo la Porta Regia, rialzando la parte absidale, lavorando alla Ghirlandina e aggiungendo il pontile presbiteriale. Il rilievo con animali fantastici e una figura umana nuda che cavalca un mostro, I capitelli al livello della loggetta che, invece delle decorazioni fogliacee tradizionali, hanno motivi figurati con teste di animali, teste e mascheroni di uomini e donne e telamoni ricurvi sotto il peso del. Per esempio nella scena del Funerale della volpe, al quale presero parte galline e polli che non si accorsero che la volpe era invece viva e che furono mangiati rappresenta un ammonimento contro l'Anticristo; in un'altra un'oca toglie un ossicino dalla bocca di un lupo per venire poi divorata, citazione dal Fisiologo. Nonostante non sia una delle più note cattedrali italiane, il Duomo di Modena riveste un ruolo importantissimo nell’ambito del romanico padano. Sempre in questi anni, grazie a un lascito testamentario, si sono potute costruire e installare tre porte in bronzo per i portali della facciata. Più avanti verso la Porta della Pescheria è la Pala di San Sebastiano della prima metà del Cinquecento di Dosso Dossi, considerata uno dei capolavori d'arte sacra del pittore. La monumentalità della Porta Regia conferì al fianco meridionale l'aspetto di una seconda facciata. Allo stesso modo, il Duomo di Ferrara, romanico in origine, subì varie aggiunte tra i secoli XIII quando la facciata venne "goticizzata" e l'interno completamente rinnovato nel Settecento e alla fine dell'Ottocento. Presto divenne un modello per costruire le chiese di tutta l’area padana, per la chiarezza della sua struttura e delle sue forme, e per la bellezza delle sue sculture. Numerosi rilievi, tra i quali i quattro celebri pannelli con le Storie della Genesi di Wiligelmo, decorano la facciata. La costruzione romanica fu terminata nel 1184. L'ultimo intervento della scuola di Wiligelmo nei lavori di decorazione del Duomo prima dell'avvento dei Campionesi è quello relativo alle otto metope poste al disopra dei contrafforti esterni, opera di un seguace di Wiligelmo chiamato Maestro delle metope (1130 circa). Le quattro mensole che sostengono il pontile più internamente riportano telamoni, Sansone che smascella il leone (esterno destro) e un Leone che divora un peccatore (esterno sinistro). Degli ultimi decenni del Trecento è il polittico del pittore modenese Serafino de' Serafini situato nell'abside di sinistra e rappresentante l'Incoronazione della Vergine, la crocefissione e Santi. Le decorazioni degli archi e delle colonne, nonché le torricine laterali rimandano alla Gerusalemme celeste e quindi alla loro condizione paradisiaca. Regia di Davide Fonda. Questa chiesa presenta una facciata a capanna ossia una grande facciata con un unico tetto. La copertura era anticamente a capriate lignee e venne sostituita con volte a crociera a sesto acuto soltanto durante il XV secolo. Simboleggiavano la difesa della chiesa da parte dei crociati e sicuramente si erano diffuse fino in Italia grazie alla popolarità raggiunta tra i pellegrini medievali. Il centro è dominato dal portale maggiore, sovrastato da un protiro a due piani con un'edicola dalla volta a botte. Restano altre cattedrali romaniche a Pavia, a Fidenza, a Piacenza, ecc., ma sono più tarde, mentre una diretta filiazione del suo stile è la Basilica di San Zeno a Verona, dove sono citati quasi tutti gli elementi architettonici, dalla facciata a spioventi tripartita, alla galleria di loggette (sebbene qui interpretata con doppie colonnine), ai grandi pannelli scultorei accanto al portale. Ma le opere che attraggono l'occhio del visitatore sono i rilievi marmorei dipinti del parapetto, ripristinato nelle sue forme originarie dal grande restauro dei primi anni del Novecento, raffiguranti scene della Passione di Gesù: Di queste sculture non è noto l'autore che viene quindi chiamato Maestro campionese della Passione. trifore (3 aperture) loggia contrafforti bassorilievo 3 navate tripartite di wiligelmo all'interno n facciata con tetto a salienti duomo di nfodena rosone edicola ( da dove affacciava protiro portale leoni stilofo il vescovo) maggiore . La navata centrale presenta quattro grandi campate, di lunghezza doppia rispetto a quelle nelle navate laterali (che sono quindi otto). Fu inoltre modificato il presbiterio, con la costruzione del mirabile pontile riccamente da loro decorato, e venne aperta la grandiosa Porta Regia sulla Piazza Grande, anch'essa non prevista da Lanfranco (il nome di Regia, non significa del re, ma deriva dal termine del latino medioevale rege che significa porta principale di un edificio), vicina alla Porta dei principi, anch'essa sulla piazza e già presente nel progetto iniziale, che trae il proprio nome dalla presenza di due principi nella decorazione dell'architrave. Desumibile stilisticamente da Piero della Francesca contiene una Madonna aureolata d'oro che spicca fra Santi; in alto è rappresentato il Giudizio universale. La facciata è a salienti che riflettono la forma interna delle navate, con tetti spioventi ad altezze diverse. I lavori edili andarono avanti alacremente procedendo nel frattempo la demolizione di parti della vecchia cattedrale per fare posto alla nuova, sicché nel 1106 la costruzione era già coperta e si poté traslare il corpo del Santo patrono da ciò che restava ancora della vecchia chiesa dove era sepolto alla cripta della nuova basilica. (+39).059.216.078. Queste porte non riscossero però l'approvazione di buona parte dei cittadini, che le giudicavano troppo moderne e non in armonia con la facciata. La doppia partenza in senso inverso dei lavori è avallata, oltre che dalle due lapidi, anche da un'irregolarità, molto probabilmente dovuta a errori di calcolo, in quello che dovette essere il punto d'incontro: sul fianco meridionale verso la Piazza Grande la serie di loggette s'interrompe e si interpone una bifora, sormontata da un arco cieco più basso e stretto. Nell'aprile del 1934 papa Pio XI l'ha elevata alla dignità di basilica minore.[1]. Anche questo scultore, pur apprezzabile, non ha la forza espressiva e la tensione del suo maestro: i suoi telamoni nei capitelli non sono schiacciati dal peso che sopportano come quelli di Wiligelmo, il lavoro nelle allegorie dei mesi non è più come quello di Adamo ed Eva della lastra della facciata una condanna in espiazione del peccato, così pure non vi è drammaticità nella cavalcata della leggenda di re Artù, più simile a una passeggiata che a una battaglia. La chiesa è a tre navate prive di transetto e con un presbiterio (l'area dove si trova l'altare liturgico) in posizione sopraelevata, che suggerisce la presenza della cripta. Wiligelmo, Cacciata dal Paradiso Terrestre, Wiligelmo, Uccisione di Caino e l'Arca di Noè. EUR 3,99 + EUR 3,00 spedizione . Rivolta a tramontana, dove spirano i freddi venti e dove si estendono le oscurità del peccato, la porta settentrionale fa da specchio alle insidie e alle fatiche della vita terrena. Infine il presbiterio è rialzato rispetto alla cripta, creando un pontile realizzato da maestri campionesi. tel. Nella zona superiore della parte centrale c'è un enorme rosone, protagonista della facciata. La porta fu gravemente danneggiata dal bombardamento della città del 1944 e ricostruita fedelmente ricomponendo i molti pezzi in cui era ridotta raccolti con cura da un giornalista locale e poi conservati in attesa del restauro. Due poderose paraste dividono la facciata in tre campiture. Dal 2011 lo strumento ha due consolle: una di fianco l'altar maggiore, l'altra nel coro. Proprietà: Basilica Metropolitana di Modena. Una lingua universale sempre viva che questi agili volumi vogliono rendere ancora più chiara ed attuale per tutti. Il Duomo di Modena ha una facciata a salienti, e se guardiamo solo la facciata vediamo che già questa chiarisce quali sono gli spazi interni, tanto è vero che i contrafforti individuano la navata centrale, e anche lateralmente la chiesa è contraffortata. a. Che sale verso l’alto, in determinate locuz. Come altre grandi cattedrali romaniche o gotiche, il duomo di Modena è stato definito "la Bibbia di pietra" o "la Bibbia dei poveri", perché, coi suoi simboli e le sue decorazioni scultoree, consentiva ai poveri e a tutti gli analfabeti di ricevere l'istruzione religiosa. Dotati di una tecnica raffinata dimostrano negli stalli intarsiati abilità compositiva e notevoli doti prospettiche derivate dagli studi di Piero della Francesca. Presto divenne un modello per costruire le chiese di tutta l’area padana, per la chiarezza della sua struttura e delle sue forme, e per la bellezza delle sue sculture. Questi errori di misurazione sono frequenti nelle costruzioni pre-romaniche, romaniche e anche, seppur attenuate, in quelle gotiche: muri e pareti con qualche gobba, arcate e intercolumni di diverse dimensioni, decorazioni a fregio con sbalzi, ecc. Troviamo una serie di finestre trifore che creano una loggetta orizzontale. Alcuni caratteri formali li assimilano alla scultura preromanica lombarda, si può quindi concludere che sono opera dei lapicidi che scesero a Modena al seguito di Lanfranco, i cosiddetti Maestri Comacini. Lanfranco, Basilica di San Geminiano a Modena, 1099-1230 circa. Si tratta di un'opera di Wiligelmo, cui sono attribuite la maggioranza delle sculture ora localizzate sulla facciata. La polemica divampò e investì anche la critica d'arte nazionale, cosicché il Capitolo del Duomo tornò sulla sua decisione, facendo rimuovere le porte in bronzo e rimettendo le vecchie e anonime porte in legno. Il Duomo di Modena è il simbolo della vita di fede e di culto della comunità cristiana modenese. La Porta della Pescheria si apre a nord, lungo la via Emilia, e proprio a settentrione, secondo un'antica consuetudine, è ubicata la porta del pellegrino. Alla fine del Novecento si provvide poi a un'accurata pulitura delle sculture e della superficie esterna restituendo al Duomo il caratteristico colore bianco che era stato offuscato dalla polvere e dallo smog. Il Duomo di Modena Il Duomo di Modena è tra i maggiori monumenti della cultura romanica in Europa, riconosciuto nel 1997 dall’UNESCO Patrimonio Mondiale dell’Umanità, assieme alla sua torre Ghirlandina e all’adiacente Piazza Grande.Il Duomo fu fondato il 9 giugno del 1099 per iniziativa delle varie classi sociali cittadine, come affermazione dei valori civici, culturali […] L'uso di pilastri a fascio e colonne alternati è di solito funzionale alla costruzione delle volte, perché le volte della navata centrale, più ampie e pesanti, poggiano su pilastri, mentre le volte delle navate laterali scaricano su colonne o pilastri più piccoli. Gli altri cinque capitelli recano motivi vegetali. La sua opera scultorea colpì certamente anche i suoi contemporanei che nell'iscrizione della famosa lapide con la data di fondazione del Duomo (con Enoc e Elia di Wiligelmo stesso), aggiunsero in caratteri più piccoli le sue lodi in latino medievale: "inter scultores quanto sis dignus onore - claret scultura nunc Wiligelme tua". L'affresco risalente circa al 1472-1476, fu scoperto casualmente nel 1822, ed è stato in parte danneggiato dai bombardamenti del 1944. Per sottrarle all'usura del tempo, furono trasportate nel Musei del Duomo di Modena e sostituite in loco da copie nel 1950. Nel 1099 venne posta la prima pietra per la costruzione della Basilica di San Geminiano, Duomo di Modena. Il largo impiego di marmi romani è evidenziato da figure e iscrizioni che si trovano qua e là nelle lastre che ricoprono il Duomo e la torre campanaria e dai leoni stilofori certamente di origine romana del portale maggiore e della Porta dei principi, i primi del genere a venire impiegati in un edificio medievale. 18 relazioni. Capolavoro dello stile romanico, la cattedrale è stata edificata dall'architetto Lanfranco nel sito del sepolcro di san Geminiano, patrono di Modena, dove in precedenza, a partire dal V secolo, erano state già erette due chiese. Due fiere (un leone ed una pantera) sui cui corpi si arrotolano due serpenti che le mordono sul groppone. Dopo Lanfranco e Wiligelmo, tra il XII e il XIV secolo il Duomo fu abbellito dai ripetuti interventi architettonici e scultorei di Anselmo da Campione e dei suoi allievi, tra cui il suo abiatico Arrigo da Campione. Nel Duomo di Cremona (1107), pur conservandosi l'impianto strutturale romanico originario, vi sono state altresì modifiche - si pensi al grandioso ciclo cinquecentesco di affreschi nella navata maggiore - che hanno interessato la grande cattedrale fino al XVI secolo (vedansi i due bracci due-trecenteschi del lungo transetto e la parte alta della facciata principale). La decisione presa dal popolo, in piena indipendenza rispetto ai poteri imperiali ed ecclesiastici, è indicativa dell'aspirazione all'autogoverno e alla libertà dei modenesi. ULTERIORE SCONTO DEL 15% SE NE ACQUISTI ALMENO 10 Vedi tutti gli oggetti idonei. Simbolo di porta e di passaggio, Giano è spesso utilizzato per simboleggiare il mese di Gennaio nei cicli medievali. Nel caso del Duomo di Modena, all'epoca della costruzione, la scelta fu puramente stilistica, essendo anticamente coperta da capriate. La facciata a salienti, o più in generale copertura a salienti, chiamata anche “facciata a doppio spiovente” è un termine architettonico usato per definire la forma della facciata di un edificio, solitamente una chiesa, quando, come suggerisce il termine stesso, la copertura presenta una successione di spioventi, di solito quattro, posti a differenti altezze. Proseguendo ancora nella navata verso il presbiterio si può notare il sepolcro monumentale dell'abile condottiero di famiglia nobile modenese Claudio Rangoni, che fu al servizio dei Veneziani e anche del re di Francia Francesco I e morì a soli 28 anni; risale a circa il 1542 e fu costruito su disegno di Giulio Romano. All'interno degli stipiti sono le dodici figure di profeti che previdero la venuta di Cristo e sono simboli delle fondazioni della Chiesa; pregevoli i telamoni alla base degli stipiti, i capitelli delle semicolonne elicoidali e i profeti Enoc ed Elia che sostengono l'iscrizione dedicatoria della chiesa. Il suo stile viene accostato a quello dei contemporanei scultori provenzali, così come quello degli allievi di Wiligelmo è avvicinato agli scultori borgognoni. (+39).059.4396969 Il pulpito centrale di Enrico da Campione (1322) è ornato di statuine in terracotta opera di plastici modenesi aggiunte nei secoli successivi. Più avanti sempre nella stessa navata il cosiddetto Altare delle statuine, una grandiosa ancona di terracotta risalente alla prima metà del Quattrocento, a forma di polittico gotico, opera di Michele di Niccolò Dini, detto anche Michele dello Scalcagna o Michele da Firenze, con figure di santi entro nicchie, una predella con scene della vita di Gesù e un alto e slanciato coronamento di pinnacoli. Demolita poi completamente la vecchia cattedrale, i lavori continuarono ed entro il terzo decennio del XII secolo il lavoro dei successori di Lanfranco e Wiligelmo si era concluso. La più piccola Porta dei Principi è ornata nell'architrave da un bassorilievo raffigurante episodi della vita di San Geminiano. Quando ormai le fondazioni avevano raggiunto la superficie del suolo, ci si accorse che i materiali raccolti non sarebbero bastati per l'intera costruzione, ma, come afferma il cronista Aimone, "per divina ispirazione" si cominciò a scavare poco lontano dal cantiere mettendo in luce inaspettatamente una necropoli romana ricca di pietre e di marmi che, levigati o scolpiti, vennero utilizzati nella costruzione dell'edificio. Vi si trova la Madonna col Bambino, una servetta e due santi, forse raffiguranti i coniugi Porrini committenti del gruppo di terracotta dipinta di Guido Mazzoni del 1480. È stato restaurato dalla stessa nel 1984, e in tale occasione fu realizzata una nuova consolle. Le canne sono situate in due corpi differenti: quelle del Grand'Organo (prima tastiera) e del Pedale alla sinistra del coro, quelle dell'Espressivo (seconda tastiera) in cassa espressiva situata nella parte del sottotetto dell'abside. Il vescovo tuttavia continuò a risiedere presso la chiesa principale di Mutina, dove erano conservate le spoglie del santo patrono; col tempo attorno alla chiesa (che sorgeva all'esterno delle mura romane) si venne a formare un nucleo abitativo, che diventò, ed è ancora oggi, il centro di Modena, seguendo un andamento a raggiera lungo le vie d'acqua che attraversavano la città.[2]. Due poderose paraste dividono la facciata in tre campiture. Gli elementi che caratterizzano la facciata di una chiesa romanica LA FACCIATA ROSONE CONTRAFFORTI PROTIRO PORTALE MAGGIORE LOGGIA O GALLERIA ARCHI CIECHI. Artù viene a liberarla con l'aiuto di altri cavalieri: Isdernus e Burmaltus che lottano vittoriosamente contro il "cattivo" Mardoc. Questo motivo dà ritmo all'edificio scandendo l'articolazione dello spazio con un gioco di chiaroscuri. Ciò voleva significare che l'uomo è un essere intermedio, a metà strada tra Dio e l'animale. Oltre alle sculture di Wiligelmo, il duomo contiene altre opere di grande valore artistico. Fu costruita in pietra dal costruttore Lanfranco. Duomo di Modena: facciata Il Duomo è una delle principali attrattive della città di Modena. Sono opera certamente di un grande scultore che, nella fermezza dei volumi e qualche altra consonanza si può ancora riferire a Wiligelmo, ma la resa è più minuziosa e raffinata, come nelle figurine su avorio: egli aveva ormai introdotto nella tradizione della scuola modenese elementi della scultura borgognona. In questo contesto può forse rappresentare l'elemento di rinascita e di passaggio insito nel messaggio di Cristo. Qui lo scultore non è più coinvolto, è distaccato dai fatti che rappresenta, è quasi un cronista o un fotografo che ci dà una serie di istantanee. Due alti pilastri, coronati da torrette poligonali, marcano la larghezza e l’altezza della navata centrale. Questa cerimonia avvenne in forma solenne alla presenza del papa Pasquale II, di vescovi e abati, della contessa Matilde e del popolo, attento e vigile durante la ricognizione del sepolcro e la traslazione nel timore che vi potessero essere furti di reliquie, allora oggetto di fiorente commercio[5]. Il popolo, che avvertiva la necessità di mettere mano a una nuova chiesa, approfittando anche dell'assenza del vescovo, decise di costruire una nuova grande cattedrale, cosicché quando il nuovo vescovo Dodone, nominato pur con qualche difficoltà nel 1100 da papa Urbano II, riuscì a farsi accettare da tutti e giunse a Modena, trovò il cantiere del nuovo Duomo già aperto. Sotto al polittico si trova una lastra marmorea con la croce e animali che si fronteggiano del IX secolo, che proviene dalla prima cattedrale poi andata distrutta. 2005 © Mauro Piergigli & Associazione Culturale Italia Medievale. Presenta all'esterno alcuni gradini ed è di marmo rosa, diverso dal colore bianco della superficie del Duomo. Quanto poi ai rilievi del ciclo arturiano, i temi e le soluzioni formali dei rilievi modenesi rappresentanti il ciclo bretone (con Winlogee, Galvaginus, Corrado, Isdernus, Burmaltus e Artus de Bretania) rimandano al ricamo dell'arazzo di Bayeux. Per un confronto con le altre principali chiese romaniche della regione si riporta una tabella con le principali misure, Cathedral, Torre Civica and Piazza Grande, Modena, Importanza del Duomo di Modena nella storia dell'architettura. Ciò a differenza del Duomo di Parma (1106), che vide rifatte nel Cinquecento le absidi interne, e parzialmente nascoste dalla sagrestia due delle esterne, oltre alla costruzione della cupola internamente affrescata dal Correggio. Al centro sopra l'altare è un piccolo dipinto su pietra della Madonna, in origine posto all'esterno. All'inizio del presbiterio, già collocata all'esterno del Duomo presso la torre campanaria e trasferita all'interno nel 1897, si trova la statua di Agostino di Duccio che rappresenta il miracolo del Santo patrono che salva un bambino caduto dalla Ghirlandina acciuffandolo per i capelli (1442 circa). La porta venne decorata da un allievo di Wiligelmo, detto Maestro di Artù. I rilievi di Wiligelmo ne fanno il caposcuola della scultura romanica in Italia. Lo strumento, di piccole dimensioni, è a trasmissione meccanica ed ha una tastiera di 45 note ed una pedaliera a leggio di 12, entrambe con prima ottava scavezza. Per quanto riguarda la facciata è intenzione cogliere l'occasione per restaurare anche i bassorilievi di Wiligelmo raffiguranti le Storie della Genesi (lo necessitano soprattutto quelli ai fianchi del portale principale). Coordinamento sito Unesco c/o Museo Civico d'Arte Viale Vittorio Veneto, 5 - 41124 Modena Telefono: +39059 2033122 - Fax: +39 059 2033110 duomo di modena . Nel 1944 una parte del lato sud venne parzialmente danneggiata da un bombardamento e presto restaurata. [8] Winlogee è la donna tenuta prigioniera in un castello; una volta liberata si ricongiungerà con Artù. Visita eBay per trovare una vasta selezione di modena facciata duomo. A ciascuna navata corrisponde un'abside. Altri due capitelli indicano aquile pronte a spiccare il volo, simbolo di Cristo che salva le anime. Corso di Disegno e Storia dell’Arte Prof.ssa Emanuela Pulvirenti Scheda didattica - MONUMENTI DELL’ARTE ROMANICA Riproduci sull’album la facciata del Duomo di San Geminiano a Modena con le denominazioni e con il chiaroscuro. Il terribile terremoto del 1117,che sconvolse l'area padana,non lese il duomo di Modena, fatto che lo rese fonte di ispirazione per gli architetti che costruirono e riammodernarono importanti edifici come le cattedrali di Ferrara, Piacenza, Parma o l'abbazia di Nonantola. Gli arieti in lotta coi mostri le zampe dei quali superano le lesene e si appoggiano al muro della facciata. Ai Maestri campionesi sono anche attribuibili gli Arcangeli Gabriele e Michele posti uno alla sommità del tetto della facciata e l'altro su quello dell'abside centrale. Sono da ammirare i capitelli delle numerose colonne, tutti diversi per forma e dimensioni: pochi sono in stile corinzio, gli altri sono con leoni, sirene, animali fantasiosi e uno con la Storia di San Lorenzo. pres. Le pareti che separano le navate sono scandite da archi a tutto sesto, poggianti su pilastri compositi alternati a colonne, e articolate da triplici arcate nel triforio, dove si simula un matroneo inesistente ripreso da modelli carolingi e ottoniani, e strette finestre nel cleristorio, dalle quali filtra la luce. Le sculture del Duomo di Modena sono parte integrante del complesso monumentale e costituiscono la più importante testimonianza del rinascere dell'arte scultorea su scala monumentale in Italia, punto di partenza per i successivi sviluppi artistici nel Nord-Italia e oltre. Lanfranco venne a Modena accompagnato da un gruppo di valenti muratori e lapicidi (i cosiddetti Maestri comacini, cioè provenienti da località del lago di Como) che si misero subito al lavoro. Una lastra di marmo bianco posta dopo la Porta Regia, opera di Agostino di Duccio, è divisa in quattro parti, datata e firmata (1442), e tratta lo stesso argomento delle Storie di San Geminiano, limitando però la rappresentazione alla guarigione della figlia dell'imperatore e alla consegna dei doni, a cui si aggiungono le miracolose esequie del Santo alla presenza di San Severo, vescovo di Ravenna e la liberazione di Modena da Attila, che fa parte dell'agiografia tradizionale di San Geminiano: il Santo fece scendere sulla città all'improvviso una fittissima nebbia sì da occultare Modena ad Attila, che procedette senza entrarvi; dal punto di vista storico questo miracolo è improbabile, dal momento che Attila non si avvicinò a Modena e nemmeno oltrepassò il Po, essendosi fermato al Ticino, dove accettò la pace propostagli dal papa Leone, e anche a causa della stanchezza dei suoi uomini rientrò in Germania. Attualmente sono in corso lavori di consolidamento delle fondazioni per prevenire possibili danni alla struttura. Subito dopo l'ingresso nella navata settentrionale si erge a grandezza naturale e con le vesti e le insegne vescovili la statua lignea di San Geminiano, forse del XIV secolo, opera di un ignoto scultore. Esistevano comunque quattro campate già delimitate da arconi, che ancora attraversano la navata e che creavano un ritmo nella struttura parietale, sottolineato anche dalle paraste che prolungano i pilastri, dalle membrature degli archi a tutto sesto e dalle trifore. I Maestri campionesi erano stati chiamati per completare la cattedrale e, soprattutto, per costruire la torre campanaria. author: windows user Vi è un terzo organo, costruito nel 2012 da Nicola Puccini, utilizzato prevalentemente per l'accompagnamento della Cappella Musicale del Duomo. Già i Campionesi fecero in modo di inserire alcuni elementi formali gotici, ma ciò si accorda perfettamente al romanico di Lanfranco e Wiligelmo, che domina incontrastato. La costruzione del duomo di Modena cominciò nel 1099 sotto la guida di Lanfranco e Wiligelmo. La facciata del duomo è idealmente inscrivibile in un quadrato, è a salienti, con tetti a spioventi di altezze diverse che disegnano la forma interna delle navate. Si è inoltre proceduto a restaurare il rosone, che si è constatato essere piuttosto instabile, sia per quanto riguarda le colonnine (smontate e rimontate una a una) sia per quanto riguarda le vetrate policrome quattrocentesche; queste ultime in particolare hanno subìto approfondite analisi eseguite dall'Università di Padova, volte a identificare le parti non originali rimpiazzate spesso malamente col passare dei secoli (e delle guerre) da vetri di scarsa qualità, col fine di sostituirle definitivamente con materiali più consoni. A fianco della cattedrale sorge la torre campanaria detta la Ghirlandina. Nella cripta del duomo si trovano le reliquie del santo, conservate in una semplice urna del IV secolo ricoperta da una lastra di pietra e sorretta da colonne di spoglio. Nella parte interna del portale sono invece scolpiti le immagini dei profeti che hanno annunciato la venuta di Cristo. L'interno in mattoni rossi, suggestivo nella sua semplice austerità, conserva varie opere d'arte. Queste sculture si attribuiscono alla scuola di Wiligelmo: esse si caratterizzano per un grande controllo dei mezzi espressivi che genera composizioni equilibrate ed eleganti. Poiché le cronache registrano nel 1319 il compimento a opera dello stesso Enrico da Campione della cuspide della Ghirlandina, si può datare intorno alla metà del XIV secolo la partenza dalla città dei Campionesi. Notevoli sono le porte laterali, due sul fianco sud nella piazza Grande e una su quello nord. Nel presbiterio si trova anche il mirabile coro ligneo intarsiato del 1461-1465 opera degli esponenti di una dinastia di provetti ebanisti, i fratelli Cristoforo e Lorenzo Canozi, detti da Lendinara. Venne realizzato come "domus Clari Geminiani", casa di San Geminiano, Patrono di Modena (312-397). Nell'architrave si trova un bassorilievo raffigurante Episodi della vita di San Geminiano: Alcuni critici pensano di attribuire le storie di San Geminiano a Wiligelmo stesso in tarda età, almeno per alcune parti dei bassorilievi che rappresentano scena della vita di San Geminiano, ma tale attribuzione è da scartare per l'assenza della tensione e della forza plastica che anima la scultura di Wiligelmo sulla facciata. Sono dotate entrambe di due manuali di 61 note ed una pedaliera concavo-radiale di 32 note. Notare la facciata con tetto a salienti. Per la costruzione del duomo attuale vennero usati in parte materiali ricavati dai ruderi di edifici di epoca romana. Nella metà dell'XI secolo la prima chiesa venne sostituita da una più grande, la quale tuttavia, per le scarse capacità dei costruttori, minacciava di crollare già verso la fine del secolo, quando il popolo decise di costruirne una nuova. Tra navata centrale e cripta è posto il pontile decorato dei Campionesi. In occasione di questo restauro si commissionò a un modesto pittore modenese l'incarico di dipingere l'interno superiore delle absidi ed egli assolse il compito effettuando affreschi che imitano i mosaici bizantini.