Nel suo complesso, la Natura (nella quale, oltre all’amore, possiamo far entrare anche altri impulsi e lo stesso “temperamento” individuale di un uomo) è dunque una forza ministra del mondo alla pari con quell’altra grandissima della Fortuna e con essa spesso in concorrenza, se non addirittura in conflitto. Per concludere, la risposta a queste questioni è prettamente personale e frutto di un lungo percorso che dura la vita intera; per questo motivo non esistono risposte corrette o errate, ma semplici punti di vista. Nella sua argomentazione Boccaccio ricorre anche alla narrazione della cosiddetta “novella delle papere”, l’unica raccontata direttamente dall’Autore e non dai personaggi della cornice e quindi contata come la centunesima novella del Decameron. In them, we observe a substantial change of perspective at the time of the events that struck the poet, Ha vinto un milione. Meno convinto di ciò è invece Machiavelli, il quale nel capitolo XXV del Principe appare decisamente più moderato: la Fortuna viene paragonata ad un fiume in piena, il quale necessita dell’uomo per fare in modo che il suo corso non degeneri. • Un ulteriore modo per fronteggiarla, quando si trattava di un fortuna positiva, era quello di cogliere l’occasione che essa offriva. Ha avuto una gran fortuna a vincere la lotteria. Innanzitutto, le novelle di questa giornata sono congruenti a quelle della VI, pur poste su un diverso registro stilistico e con protagonisti di classe sociale mediamente più bassa: se si pensa a novelle come quelle di Cisti fornaio o di Guido Cavalcanti, si comprende che il motto viene spesso usato per definire un comportamento, un’attitudine morale, una scelta mondana. Boccaccio non la pensa così: la Fortuna ha una sfumatura completamente laica e l’uomo sarebbe quindi in grado di mutare il corso degli eventi. Nastagio Concetto di fortuna Cit. È il caso delle novelle della seconda giornata, sotto il reggimento di Filomena, come quelle di Andreuccio da Perugia o di Landolfo Rufolo, tutte basate sull’elemento portante dell’intreccio (e sul tema del viaggio). Giovanni Boccaccio, narratore e poeta italiano nonché uno dei massimi letterati di tutti i tempi, definisce la fortuna … E certo io maladicerei e la natura parimente e la fortuna, se io non conoscessi la natura esser discretissima e la fortuna aver mille occhi, come che gli sciocchi lei cieca figurino. La terza giornata introduce così al macro-tema delle due giornate successive – quello dell’amore – contribuendo a declinarlo su una sorta di scala di registro: III giornata = amore fortunato, sessualmente libero e spregiudicato > IV giornata: “si ragiona di coloro li cui amori ebbero infelice fine” = amore tragico e sfortunato > V giornata: “si ragiona di ciò che ad alcuno amante, dopo alcuni fieri o sventurati accidenti, felicemente avvenisse” = amore fortunato, ma nella tonalità alta di un sentimento nobile ed elevato, costretto a passare attraverso prove avverse. BOCCACCIO: FORTUNA E INGEGNO Fortuna e ingegno spiega la realtà attraverso valori umani, terreni. Boccaccio Interesse per lo studio del greco E dei classici. Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso: Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Questa novella si colloca nella VI giornata, dedicata specificatamente alle capacità dell’uomo. Modifica ), Stai commentando usando il tuo account Facebook. In queste due giornate vengono esaltati ed esplorati i modi e le capacità di combinare parola e azione, con scopo utile (il raggiungimento di un desiderio) oppure del tutto gratuito, come nel caso delle beffe fini a se stesse fatte a Calandrino. L’indulgere anche a questi aspetti costò al Boccaccio un’accusa di immoralità, che egli si preoccupò di controbattere all’interno del testo, in particolare nell’Introduzione alla IV giornata – la prima ufficialmente dedicata al tema amoroso nonché immediatamente successiva alla terza, camuffata da giornata dell’”industria” e della fortuna, ma in realtà, come abbiamo detto, a tema sessuale. L’Amore, introdotto da Neifile nella terza giornata, giunge al proprio apogeo nelle due giornate successive, dove si presentano amori infelici (nella quarta giornata) e vicende che invece vedono il coronamento dei desideri d’amore nobili ed elevati dei loro protagonisti (la quinta giornata). Boccaccio, Giovanni (Certaldo o Firenze 1313 - Certaldo 1375), La fortuna letteraria Trova altre informazioni su Boccaccio, Giovanni Boccaccio ed il Decameron | Skuola.net - maturità 2007, tesine La vera virtù per il Boccaccio è l'intelligenza cioè la capacità di saper sfruttare a proprio favore le situazioni e il prossimo (Fortuna). Ad esempio, significative sono le interpretazioni di tre letterati italiani vissuti tra Trecento e Cinquecento: Boccaccio, Machiavelli ed Ariosto. ( Chiudi sessione /  Fortuna e ingegno spiega la realtà attraverso valori umani,terreni.Il Decameron in contrapposizione alla divina commedia di Dante. In questo senso il Principe che prende una determinata posizione vedrà il suo volere esaudito in tempi favorevoli mentre in tempi contrari, “similmente sia infelice”. La proclamazione della continua mutabilità delle cose del mondo è poi ripresa anche dalla voce diretta dell’Autore all’altro capo del Libro, nella Conclusione, quasi a racchiudere circolarmente la sua opera nel perimetro di questa visione delle cose: “Confesso nondimeno le cose di questo mondo non avere stabilità alcuna, ma sempre essere in mutamento” (Conclusione, paragrafo 27). Nel Proemio l’autore aveva del resto anticipato che: “Nelle quali novelle piacevoli e aspri casi d’amore e altri fortunati avvenimenti si vedranno” (Proemio, paragrafo 14), dove quel ”altri” fa presupporre che anche i “casi d’amore” citati per primi non siano che un sottoinsieme dei “casi della fortuna”, categoria quindi onnicomprensiva di tutte le novelle. Rovesciamento del mondo medievale e della chiesa edonismo e rivalut. IL 2007 .BUONA FORTUNA!!! La decima giornata eleva sia il livello stilistico che quello contenutistico delle novelle, affrontando il problema della “fama” dell’individuo; quali sono quindi i valori di riferimento che l’autore intende consegnare ai suoi lettori? Di conseguenza quel Principe che si appoggia unicamente sulla Fortuna, rovina come quella varia. fortuna nf sostantivo femminile: Identifica un essere, un oggetto o un concetto che assume genere femminile: scrittrice, aquila, lampada, moneta, felicità (buona sorte) luck, good fortune n noun: Refers to person, place, thing, quality, etc. Machiavelli conclude con un atto di fede nella possibilità dell’uomo di essere – nonostante tutto – capace di dominarlo. This poster illustrates the game of poker in a Il Decamerone di Giovanni Boccaccio: Volume 2 - Ebook written by Giovanni Boccaccio. Il tema della terza giornata viene così introdotto dalla sua regina, Neifile, come proseguimento, o meglio restringimento, di quello della fortuna della giornata precedente: [...] sì perché sarà ancora più bello che un poco si ristringa del novellare la licenzia e che sopra uno de' molti fatti della fortuna si dica, e ho pensato che questo sarà: di chi alcuna cosa molto disiderata con industria acquistasse o la perduta recuperasse. La fortuna in Machiavelli . "Dio e Fortuna nel Decameron, in *Proceedings of the Conference on Foreign on Foreign Languages, Il concetto di Fortuna in Boccaccio e in Dante. Si ha dunque l’impossibilità dell’uomo di prevalere su essa. The essay retraces some moments of Petrarch’s reflection on Fortune as it can be found in the collection of his family letters (the Familiares). Come la novella di Cisti fornaio dimostra, chi sa sfruttare l’occasione che il caso gli offre può anche superare un iniziale svantaggio. Boccaccio, Giovanni - Fortuna ed Industria Appunto di italiano sulle tematiche approfondite all'interno del celebre "Decameron" del Boccaccio che sono quelle di fortuna ed industria. In principio del suo percorso narrativo, Boccaccio pone il tema della Fortuna, dipinta come “ministra”, cioè come grande forza dominatrice dei destini umani, nonché motore delle loro narrazioni (come era stata per la nascita stessa del Decameron e del racconto delle novelle): Dal principio del mondo gli uomini [sono] stati da diversi casi della fortuna menati, e saranno infino al fine”, dice dunque la regina della seconda giornata, Filomena, per introdurre e giustificare il tema da lei scelto: cioè che “ciascun debba dire sopra questo: chi, da diverse cose infestato, sia oltre alla speranza riuscito a lieto fine. Il piano del padre è però destinato al fallimento: nonostante anni di preparazione e di tentativi di sopprimere i suoi impulsi, al primo incontro con “una brigata di belle giovani donne” (che il padre, richiesto di cosa fossero, non ha neanche il coraggio di chiamare con il loro nome, ma nomina invece come “papere”) il giovane se ne sente irrimediabilmente attratto. La novella si interrompe sul pensiero di Filippo Balducci di fronte al desiderio del figlio: “sentì incontanente più aver di forza la natura che il suo ingegno”. Il racconto di novelle dedicate espressamente a un tema porta spesso i giovani della brigata a fare alcune riflessioni. Le precedenti considerazioni sono però contraddittorie: l’uomo è padrone del suo destino o lo subisce semplicemente? La Fortuna per l’autore del Decameron è essenzialmente imprevedibilità dei fatti umani, che vengono guidati e spesso sconvolti da forze avventurose che l’uomo non può controllare, ma da cui può trarre, se ne è capace, un profitto. Da chi è controllata la Fortuna? Modifica ), Stai commentando usando il tuo account Google. Il sistema di valori di Boccaccio è, da un lato, nostalgicamente proiettato nel passato dei valori aristocratico-cortesi e disegna un itinerario, tipicamente ascensionale, che va dal vizio alla virtù; dall’altro, proprio la rappresentazione della multiforme varietà del reale non permette una lettura univoca e piana, esaltando invece la contrapposizione tra Fortuna e Natura, tra valori feudali e nuova mentalità mercantile borghese, l’antitesi costante tra Ordine e Caos. Queste domande sono da sempre centrali per ogni uomo: interessante è andare ad analizzare le varie risposte che sono state date ad esse. Tra i vari aspetti della fortuna, quello che viene messo specificatamente a tema e portato al massimo delle sue potenzialità in questa seconda giornata è la sua imprevedibilità: se la prima delle prescrizioni date dalla regina è che si raccontino vicende avventurose e a lieto fine (“chi, da diverse cose infestato, sia [...] riuscito a lieto fine”), la seconda è che la conclusione debba essere “oltre alla speranza” del protagonista, ovvero contenere un rivolgimento del tutto inaspettato. Si pensi per esempio ad una novella della VI giornata, quella di Chichibio, in cui il cuoco è indotto a commettere l’infrazione centrale della novella (il taglio della coscia della gru che sta cucinando per il suo signore) dal desiderio di ottenere le grazie della bella Brunetta; oppure si può pensare ancora alla novella di Andreuccio da Perugia nella II giornata, in cui lo sprovveduto mercante accetta di incontrare la donna che lo deruberà pensando che sia una fanciulla innamorata di lui. La fortuna intesa come fato, destino è stato nella storia argomento di discussione tra i vari poeti che ne hanno fatto uno stile di vita. Ma al di là delle novelle delle giornate dedicate esplicitamente ai “piacevoli e aspri casi d’amore”, l’Eros è tema così predominante nell’ideologia del Boccaccio e nella sua vena narrativa che, secondo i calcoli di Asor Rosa, sono più di settanta le novelle che toccano, direttamente o indirettamente, un soggetto erotico. D., che già teneva a mente la profezia di Farinata intorno al suo futuro esilio, ricorderà quella di Brunetto e vi aggiungerà più tardi quelle di Vanni Fucci (If XXIV 140-151), di Currado Malaspina (Pg VIII 133-139) e di Oderisi (Pg XI 139-142) per chiederne poi al trisavolo nel cielo di Marte la spiegazione: Pd XVII 25-26 la voglia mia saria contenta / d'intender qual fortuna mi s'appressa. Questo contenuto è condiviso sotto la licenza Creative Commons BY-NC-SA 3.0 IT. Per quanto riguarda la Fortuna, la riflessione più estesa spetta a Pampinea, la più matura tra le donne della compagnia: “quanto più si parla de' fatti della fortuna,” – commenta apprestandosi ad essere narratrice della terza novella – “tanto più, a chi vuole le sue cose ben riguardare, ne resta a poter dire: e di ciò niuno dee aver maraviglia, se discretamente pensa che tutte le cose, le quali noi scioccamente nostre chiamiamo, sieno nelle sue mani, e per conseguente da lei, secondo il suo occulto giudicio, senza alcuna posa d'uno in altro e d'altro in uno successivamente, senza alcuno conosciuto ordine da noi, esser da lei permutate”. Nelle novelle di questa giornata, tra le quali possiamo ricordare Andreuccio da Perugia e Landolfo Rufolo, l’elemento strutturale portante diventa l’intreccio, con conseguenze rilevanti anche su altri aspetti della narrazione, quali la lunghezza (la seconda giornata è la più lunga tra le dieci) e le coordinate spazio-temporali (molte di queste novelle appartengono al sottogruppo delle “novelle di viaggio” e coprono tempi e spazi molto ampi). 1 di 2 L’ingegno la qualità principale che gli esseri umani possiedono per far fronte agli ostacoli e alle difficoltà messe in campo dalla natura e dalla sorte; è l’intelligenza applicata alla realtà, la capacità di volgere le situazioni a proprio vantaggio. A considerare già solo queste dichiarazioni di principio, non deve dunque parer strano che il tema della Fortuna – nelle vesti di forza favorevole o sfavorevole, capace di elevare socialmente gli uomini o di prostrarli – non rimanga affatto relegato nella giornata che vi è ufficialmente e nominalmente dedicata, ma sia presente in realtà in ogni momento narrativo del Decameron. È invece prevalentemente non toscana la decima giornata, in cui – adottando un livello stilistico molto alto, corrispondente tra l’altro a protagonisti tra cui si annoverano molti re e nobili – “si ragiona di chi liberalmente ovvero magnificamente alcuna cosa operasse intorno a fatti d’amore o d’altra cosa”. Petrarca e Boccaccio invece - sebbene siano nati solo 40 e 50 anni dopo Dante abbandonano invece il principio di una fortuna equivalente alla provvidenza e iniziano a sviluppare un concetto di fortuna che riprende il concetto quasi erotico della fortuna romana (resta culturalmente l'espressione essere baciati dalla fortuna) secondo cui e' i carattere dell'uomo stesso a pilotare gli eventi. E moltissime saranno le forme, rappresentazioni, sfumature ed implicazioni dell’amore e della passione nel Decameron, che Boccaccio spiega e giustifica, difendendosi dalle accuse, nella nota Introduzione alla quarta giornata con la “novella delle papere”. Amorosa visione di M. Gio Bocc. Similmente, l’uomo può controllare il suo destino, evitando che la Fortuna prevalga sulla sua virtù. La parola chiave è Natura: nell’ideologia boccacciana l’amore è uno – anzi, il maggiore – degli impulsi naturali. La settima e l’ottava giornata sono invece legate al tema della beffa (prima quelle fatte dalle mogli ai mariti, poi anche quelle fatte da uomo a donna o da uomo a uomo). Chiara è quindi la superiorità della Fortuna rispetto alla virtù umana e palese la sua indomabilità. E non è un caso che il discorso di Pampinea su Fortuna e Natura si collochi in questo contesto: è proprio  assecondando o lottando con queste due forze che si conduce la vita dell’uomo e trovano spazio d’azione le sue virtù. Che colpo di fortuna! La fortuna intesa come fato, destino è stato nella storia argomento di discussione tra i vari poeti che ne hanno fatto uno stile di vita. La precarietà del castello di carte ricorda, inoltre, quanto sia importante la cura dei dettagli. Modifica ), Stai commentando usando il tuo account Twitter. La Fortuna per l’autore del Decameron è essenzialmente imprevedibilità dei fatti umani, che vengono guidati e spesso sconvolti da forze avventurose che l’uomo non può controllare, ma da cui può trarre, se ne è capace, un profitto. A giustificare tale tema, e la sua importanza per le ricadute pragmatiche che può avere, il re Panfilo scomoda niente meno che il concetto di fama e una citazione dantesca: “Queste cose e dicendo e faccendo senza alcun dubbio gli animi vostri ben disposti a valorosamente adoperare accenderà: ché la vita nostra, che altro che brieve esser non può nel mortal corpo, si perpetuerà nella laudevole fama; il che ciascuno che al ventre solamente, a guisa che le bestie fanno, non serve, dee non solamente desiderare ma con ogni studio cercare e operare". La prima di queste ad essere esaltata - con una specifica messa a tema, e non a caso proprio al centro del libro - è l’intelligenza umana che si esprime per mezzo della parola: la VI giornata è infatti dedicata a “chi con alcuno leggiadro motto, tentato, si riscosse, o con pronta risposta o avvedimento fuggì perdita o pericolo o scorno”. Basta solo guardare alla presenza diffusa della stessa parola “Fortuna” in tutte le giornate, con picchi di occorrenze pari a quelli della seconda anche in giornate come la quinta (dov’è tra l’altro la novella con il più alto numero di occorrenze di tutto il libro, ovvero la novella di Cimone) e la decima. Il primo tratta del tema della Fortuna già nel proemio del Decameron, ammettendo di dover fare ammenda al “peccato di Fortuna”, cioè quello di aver sempre considerato le donne subalterne agli uomini e incapaci di sfogare le loro pene d’amore. Davanti al proprio oppositore, il principe Tancredi, entrambi gli amanti pronunciano una stessa difesa: le uniche parole di Guiscardo sono “Amor può troppo più che voi e io possiamo” e Ghismunda dichiara che alla forza della carne, della gioventù e del piacere “ Alle quali forze non potendo io resistere, a seguir quello a che elle mi tiravano, sì come giovane e femina, mi disposi e innamora'mi. Giovanni Boccaccio nacque in un piccolo paese in provincia di Firenze, era appassionato di classici latini e greci, studiò a Napoli per volere del padre. La Fortuna, favorevole o avversa, è così una forza onnipresente in tutto il Decameron e in ogni sua sfaccettatura narrativa. Anch'egli, come Petrarca, fu laico. Questi elementi sono in realtà così fondanti nella visione – e quindi nella rappresentazione – del mondo da parte del nostro Autore da essere praticamente onnipresenti in ogni punto del suo libro: la loro specifica messa a tema in alcune giornate e secondo un preciso ordine consente  tuttavia la possibilità di rappresentazione nello spazio della cornice di momenti di discussione e teorizzazione a riguardo da parte della brigata che “vi ragiona” sopra, e quindi una migliore messa a fuoco delle idee dell’autore da parte del lettore/ascoltatore.