98           che voglia non m’entrò bassa nel petto. Italies, Revue d’études italiennes, Université de Provence, n°3, Femmes italiennes, 1999. 14 giugno 1837, Napoli. La funzione che Leopardi affida alle pagine che egli stende, giorno dopo giorno, nell’arco di un’esperienza descritta nei tempi canonici di nascita, crescita e morte, è appunto – come egli annuncia nel Diario – quella di « speculare minutamente le viscere dell’amore »14, offrendone una fenomenologia puntigliosa e implacabile. G.L.. , a cura di W. Binni ed E. Ghidetti, I vol., Firenze, Sansoni, 1993, p. 57). Qui alberga il pessimismo profondo 21La « voce » è l’ultima zattera a cui il soggetto si aggrappa: una voce « cara », da riconoscere e da identificare, tenendola distinta da « plebea » e permettendole di scendere fino al cuore31. 63           ad ogni voce il core, a ogni sembianza. yourtrashcollector. 27Demolita questa suprema illusione, sopravviverà solo l’infinita vanità del tutto. alle tenebre / sorgea la dolce imago ...”). soprattutto D. De Robertis (, , a cura di G. e D. De Robertis, Milano, Mondadori, 1978, pp. Matteo Palumbo, « Il primo amore di Giacomo Leopardi : donna reale, donna sognata », Italies [En ligne], 3 | 1999, mis en ligne le 27 mars 2010, consulté le 05 janvier 2021. prende corpo soltanto nel ricordo (o nel sogno, appunto), dopo la morte L’ordinamento che egli privilegia prevede al centro del canzoniere, dopo il « romanzo ideologico »2 delle canzoni civili, l’esperienza degli idilli, valutata sempre più, nella stessa autocoscienza teorica di Leopardi, come un momento cruciale e rivoluzionario3. A una prima lettura Leopardi La descrizione di questi « moti cari e dolorosi »17 costituisce il vero tema dell’operetta. Allorché commenta Alla sua donna, l’autore stesso ne indica il contenuto principale nella contemplazione di « una di quelle immagini, uno di quei fantasmi di bellezza e di virtù celeste e ineffabile, che ci occorrono spesso alla fantasia, nel sonno e nella veglia, quando siamo poco più che fanciulli, e poi qualche rara volta nel sonno, o in una quasi alienazione di mente, quando siamo giovani. L’intera composizione lo assume, così, come punto di riferimento e di drammatizzazione. Leopardi, Il primo amore Altre volte Leopardi parla di amori giovanili (A Silvia, Il sogno), ma si tratta di amore che prende corpo soltanto nel ricordo (o nel sogno, appunto), dopo … Si veda ancora : « il guardare o pensare ad altro aspetto [.....] mi par che m’intorbidi e imbruttisca la vaghezza dell’idea che ho in mente, di maniera che lo schivo a tutto potere » (p.15) e, perentoriamente, « io non posso vedere bellezze umane reali » (p. 16). di Leopardi: l’illusione e il sogno che salvano dal Nulla non consentono di 3811  « L’elegiaco è nome di metro. Studi sulla poesia di Foscolo e Leopardi, Napoli, Liguori, 1999, pp. scrittura: il sommovimento del cuore è in piena attività, l’amata è ancora I genitori erano cugini fra di loro. Poesia di Giacomo Leopardi - Il primo amore Tornami a mente il dì che la battaglia D'amor sentii la prima volta, e dissi: Oimè, se quest'è amor, com'ei travaglia! La donna conosciuta e ammirata è diventata unicamente « idea » e « immagine », « spirante e visibilissima », ma « che ho nella mente », e la cui purità può essere solo contaminata dalla vista delle cose reali21. 29 giugno 1798, Recanati. rivolge a lei: egli dialoga con il proprio cuore, cioè con se stesso. y dolorosa introspección- su nueva vena ‘sentimental’ ». cit., p. 22) scrive che Il Primo amore « è adibita a fare da cuscinetto » « tra le esperienze omogenee e in sé concluse della stagione delle canzoni e quella degli idilli ». 336  Il lemma compare, senza richiami diretti alla sensibilità soggettiva messa in gioco nel Primo amore, due volte in Sopra il monumento di Dante ; una volta ciascuna nelle Nozze della sorella Paolina e in Alla primavera. dopo L’ultimo canto di Saffo, scritta nel l822, e prima del Passero solitario, 1-3 : esposizione dell’argomento: ricordo della prima « battaglia d’amor » ;vv. Identificandosi con un’astrazione, essa resta puro oggetto di contemplazione: mai un possesso definitivo e compiuto. Datazione : composto a Recanati dal 14 al 16 dicembre. / Deh quanto, in verità, vani siam nui ! L’« orecchio avido » e l’« occhio indarno aperto » diventano, così, gli attori dominanti di questo rinnovato scenario. 58           Poscia traendo i tremuli ginocchi. G.L., Tutte le opere, a cura di W. Binni ed E. Ghidetti, I vol., Firenze, Sansoni, 1993, p. 57). 5225  R. Bazlen, Note senza testo, Milano, Adelphi, 1970, p. 115. altro diletto. Italies - Littérature Civilisation Société est mis à disposition selon les termes de la licence Creative Commons Attribution - Pas d'Utilisation Commerciale - Pas de Modification 4.0 International. 19Né il sonno, unico modo per tacitare l’energia del desiderio28, interviene a dar tregua. Il canto della scoperta e, insieme, della perdita dell’oggetto desiderato introduce a una dialettica destinata a diventare permanente e a imporsi come una di quelle leggi definitive, idonee a fondare « la scienza dell’animo umano » : una « scienza » che, per poter diventare vigente, deve saper rapportare « gl’infiniti fenomeni che sembrano anomalie [...] a principi universali o poco lontani da essi »5. Rendo omaggio alla sua arte ripubblicando, debitamente rivisto, un mio testo apparso sul "Primo amore" il 17 marzo 2017 e scritto nella più pericolosa città del Brasile. d’amore. 67           Ned io ti conoscea, garzon di nove, 68           e nove Soli, in questo a pianger nato. / Solo il mio cor piaceami, e col mio core / In un perenne ragionar sepolto, / Alla guardia seder del mio dolore » (vv. « Nè gli occhi ai noti studi io rivolgea, / E quelli m’apparian vani per cui / Vano ogni altro desir creduto avea. 79           Deh come mai da me sí vario fui. Anzi, « come all’aure si turba onda di lago », così l’interferenza delle cose vive può solo contaminare e offuscare la vista limpida che di essa e della sua bellezza si ha. 91           E quel di non aver goduto appieno. Che gli occhi al suol tuttora intenti e fissi, che angoscia era la tua fra quel pensiero, gli occhi al sonno chiudea, come per febre, sorgea la dolce imago, e gli occhi chiusi. Ne nasce, in questo modo, uno studio dei meccanismi stessi della « passione » (parola chiave di un’intera cultura), descritta attraverso gli effetti che essa produce : « inquietudine indistinta, scontento, malinconia, qualche dolcezza, molto affetto »,16 e soprattutto un desiderio indefinito, nutrito di ricordi, alimentato da visioni parziali, frammentarie, della donna amata, e destinato implacabilmente a non potersi mai sedare. Calvino, l’écriture, le dessin, l’image, L’envers du Risorgimento. Senza abbandonare i tentativi poetici, il giovane attende alla stesura di un diario che, in quanto forma di scrittura confidenziale per eccellenza, … I due vocaboli (« sovrana » e « impero ») sanciscono in modo perentorio l’autorità assoluta esercitata da questo dominio, a cui non pare ci si possa sottrarre. battean la zampa sotto al patrio ostello. E proprio l’esame introspettivo, nel momento in cui l’amore Del resto, è fenomeno consolidato il successo di libri che hanno per protagonisti figure storiche. Tornami a mente il dì che la battaglia d'amor sentii la prima volta, e dissi: Oimè, se quest'è amor, com'ei travaglia! petto, / ch’arsi di foco intaminato e puro”). 10Se si volesse dividere in parti la struttura del componimento, si potrebbe delineare questo sviluppo :vv. 5831  « Per lo più noi riconosciamo alla sola voce, anche senza vederle, le persone da noi conosciute, per molteplici che siano le nostre conoscenze, per minima che sia la diversità di tale o tal altra voce da un’altra; per pochissimo che noi abbiamo praticata quella tal persona, o praticatala pure una sola volta » (Zibaldone, cit., p. 2564). Non il piacere degli astri o della natura, né quello dello studioa : diventati tutti « vani », anche quelli al cui confronto tutti gli altri erano sembrati « vani ». comunicare con gli altri, che sono visti sempre inseriti nel mondo “reale”, 15           presso al qual t’era noia ogni contento? Altre volte Leopardi parla di amori giovanili (A Silvia, Il sogno), ma si tratta di amore che Oh come grato occorre. L’opera "Il primo amore", che è una canzone, occupa una posizione cruciale nel sistema dei Canti.Costituisce, infatti, il componimento di transizione verso la poesia degli Idilli, che avra’ al centro il soggetto e la storia "sentimentale" dei suoi pensieri. 6134 Operette morali, a cura di C. Galimberti, Napoli, Guida, 1988, p. 219. qual tra le chiome. La lirica, d’altra parte, è per Leopardi proprio questo: il canto di dolore del soggetto, che trasforma ed esprime la propria sofferenza in parola. Questa risoluzione rappresenta la seduzione infinita dell’esperienza amorosa ma, contemporaneamente, ne segna il carattere disperato e inquietante : Sulla questione cfr. 59           stupidamente per la muta stanza. Giacomo Leopardi nacque nel 1798 a Recanati, nello Stato pontificio (oggi in provincia di Macerata, nelle Marche), da una delle più nobili famiglie del paese, primo di dieci figli. 94. In essi il sentimento del dolore che oscura il piacere è sottolineato dall’iperbato del verso 11, con la messa in rilievo del « travaglio » e del « lamento » che colpiscono il cuore : E non sereno, e non intero e schiettoAnzi pien di travaglio e di lamentoal cor mi discendea tanto diletto. 14L’atto del « mirare » genera il problema su cui il canto ruota e che coinvolge le proprietà dell’innamoramento: stato per eccellenza perturbante, mescolanza di « dolce affetto » con « tanto desio » e « tanto dolore ». Proprio nella definizione del Primo amore l’Io acquista una centralità nuova, marcata in modo esplicito dalla ricorrenza impressionante e inedita della parola « cor » : mai usata prima, nel lessico dell’opera, con la medesima frequenza e inflessione6, e pari solo all’uso che Leopardi ne farà anni dopo nel Consalvo, o in un altro nevralgico componimento di passaggio come Il risorgimento7. Leopardi, Diario del primo amore. Che gli occhi al suol … Continua a leggere → Un emisfero di emozioni sconosciute si spalanca improvvisamente, e lo spazio interno del cuore si trasforma in un abisso ignoto, alla cui vita misteriosa si può alludere con la forza di similitudini illuminanti30, evocative di un fondo oscuro della coscienza : Mille nell’alma instabili, confusiPensier si volgean ! 292  M. Santagata, Quella celeste naturalezza, Bologna, Il Mulino, 1994, pp.15-44. L. Blasucci, op. Sulla base di questa successione di temi, che implica anche una transizione da una prospettiva poetica a un’altra, l’autore articola l’intera macchina dell’opera, distribuendo accortamente la sede di ciascun componimento e il ruolo che a questo compete nell’impianto generale. Giacomo Leopardi - Canti (1831) X Il primo amore. se vera e quale il mio pensier ti pingealcun t’amasse in terra, a lui pur foraquesto viver beato. 93           e il piacer che passò cangia in veleno, 94           per li fuggiti dí mi stimolava, 95           tuttora il sen: che la vergogna il duro. È un « pensier » nuovo quello di cui si parla, la cui invadenza nel circolo ininterrotto dei giorni e delle notti è sottolineata dalla ripetizione del verso 16 : Quel pensier che nel dì, che lusinghieroTi si offeriva nella notte, quandoTutto queto parea nell’emisfero:Tu inquieto, e felice, e miserando,M’affaticavi in su le piume il fianco,Ad ogni or fortemente palpitando. 24           rotto e deliro il sonno venia manco. 15 notes. né in leggiadro soffria né in turpe volto: giammai non ebbi, e sol di « Il sonno stesso non è piacevole se non in quanto è torpore, dimenticanza, riposo dai desideri, dai timori, dalle speranze, e dalle passioni di ogni sorta » (. La partenza della donna è descritta nella sua fisicità più inoppugnabile, attraverso la percezione puntuale di ciò che sta avvenendo. Home 74-79), Altre volte Leopardi parla di amori giovanili (. Lombardi, Milano, Rizzoli, 1998, pp. Il primo amore Giacomo Leopardi. 16           Quel pensier che nel dí, che lusinghiero, 17           ti si offeriva nella notte, quando. 281  Sulla questione cfr. nella sua riflessione filosofica e nella sua produzione poetica: la condanna Si veda ancora : « il guardare o pensare ad altro aspetto [.....] mi par che m’intorbidi e imbruttisca la vaghezza dell’idea che ho in mente, di maniera che lo schivo a tutto potere » (p.15) e, perentoriamente, « io non posso vedere bellezze umane reali » (p. 16). Costituisce, infatti, il componimento di transizione verso la poesia degli Idilli, che avra’ al centro il soggetto e la storia "sentimentale" dei suoi pensieri. Esso costituisce l’anello di passaggio4 tra due modi, quello appunto politico-patriottico e quello più direttamente idillico. esserle detto nei termini contraddittori in cui è vissuto: verso la persona nel cuore di chi ama l’amore è inquietudine, felicità, miseria (“... inquieto e 5932  M. de las Nieves Muñiz Muñiz, op. 3Dopo averlo composto, nelle linee essenziali, tra il 14 e il 16 dicembre 1817, Leopardi sceglie, perciò, secondo tale strategia, di posporre Ilprimo amore a testi nati successivamente e di assegnarlo in una zona di raccordo. Il primo amore è anche il titolo di una poesia giovanile di Leopardi, poi inserita nella versione definitiva dei Canti. Volendo venire a concetti più precisi, Dante e Petrarca hanno proposto due modelli diversi alla poesia italiana. / Deh come mai da me sì vario fui, / E tanto amor mi tolse un altro amore ? 17Protagonista di un’avventura inedita, il « cor » dell’Io sperimenta, proprio per la prima volta, una condizione in cui ogni « contento » diventa « noia ». Inevitabilmente, l’impotenza a trattenere ciò che è solo pura visione genera l’assillo di un possesso instabile, scisso dalle apparenze del mondo reale. Il primo amore agisce, così, da prologo a una sceneggiatura che sta mutando e, idealmente, collabora a stabilire un nesso inseparabile con il successivo canto XVIII, Alla sua Donna : proprio il canto che, nell’edizione delle Canzoni del 1824, occupava quel decimo e ultimo posto destinato, nell’assetto finale dei Canti, al Primo amore. A lui tocca non solo il ruolo di protagonista, ma anche la funzione d’interlocutore, a cui l’io che parla si rivolge in qualità di vittima e insieme di testimone. dell’amata, alla quale egli si rivolge. URL : http://journals.openedition.org/italies/2587 ; DOI : https://doi.org/10.4000/italies.2587. soprattutto D. De Robertis (Il sistema della poesia, in G.L., Canti, a cura di G. e D. De Robertis, Milano, Mondadori, 1978, pp.