Presto divenne un modello per costruire le chiese di tutta l’area padana, per la chiarezza della sua struttura e delle sue forme, e per la bellezza delle sue sculture. La Porta regia non esisteva nel Duomo di Lanfranco ed è opera dei maestri campionesi, databile fra il 1209 e il 1231 mentre si svolgevano anche i lavori nel presbiterio. Nel Duomo di Cremona (1107), pur conservandosi l'impianto strutturale romanico originario, vi sono state altresì modifiche - si pensi al grandioso ciclo cinquecentesco di affreschi nella navata maggiore - che hanno interessato la grande cattedrale fino al XVI secolo (vedansi i due bracci due-trecenteschi del lungo transetto e la parte alta della facciata principale). Questa cerimonia avvenne in forma solenne alla presenza del papa Pasquale II, di vescovi e abati, della contessa Matilde e del popolo, attento e vigile durante la ricognizione del sepolcro e la traslazione nel timore che vi potessero essere furti di reliquie, allora oggetto di fiorente commercio[5]. Di Cristoforo sono anche i quattro pannelli intarsiati in legno appesi alle pareti del presbiterio che si caratterizzano per la capacità di rappresentare le fisionomie dei ritratti dei quattro Evangelisti oggetto degli intarsi. Nel 1099 venne posta la prima pietra per la costruzione della Basilica di San Geminiano, Duomo di Modena. A Lanfranco si dovette affiancare presto lo scultore Wiligelmo, ricordato da un'analoga lapide sul lato opposto della chiesa, il quale non solo lavorò assieme ai suoi allievi e seguaci alla decorazione scultorea della chiesa, ma forse si occupò anche dell'architettura, iniziando i lavori dalla facciata, mentre Lanfranco (o comunque un altro gruppo di lavoro) partì dalle absidi. La chiesa è a tre navate prive di transetto e con un presbiterio (l'area dove si trova l'altare liturgico) in posizione sopraelevata, che suggerisce la presenza della cripta. La cripta è una vera e propria chiesa sotterranea a nove navate, cui si accede dalla navata centrale del Duomo scendendo alcuni gradini. Nel 1099 venne posta la prima pietra per la costruzione della Basilica di San Geminiano, Duomo di Modena. Esterno: La facciata è a spioventi (a salienti) con due grandi paraste/contrafforti ,corrispondenti alle navate. Esso si inserisce nell’ambito di un nutrito gruppo di edifici religiosi del Medioevo europeo riconosciuti patrimonio dell’umanità. ricalca il fr. La Porta della pescheria (cosiddetta perché nelle sue vicinanze già si trovava un banco per il commercio del pesce) era destinata all'entrata del popolo e venne scolpita tra il 1110 e il 1120 circa, con tralci con mostri e figure zoomorfe, la serie delle Allegorie dei mesi (sugli stipiti all'interno), le Storie di re Artù (sull'archivolto) e alcune scene riprese da favole con animali dai bestiari (Roman de Renart), sull'architrave: Queste immagini di vivace sapore popolare sono collegate ad ammonimenti cristiani. Altrettanto si verifica sul fianco nord, dove però l'irregolarità è meno evidente perché mascherata da un successivo rimaneggiamento. Alcuni caratteri formali li assimilano alla scultura preromanica lombarda, si può quindi concludere che sono opera dei lapicidi che scesero a Modena al seguito di Lanfranco, i cosiddetti Maestri Comacini. Nel duomo di Modena si trova anche un secondo organo, costruito nel 1719 da Giandomenico Traeri. Nel 1944 una parte del lato sud venne parzialmente danneggiata da un bombardamento e presto restaurata. Sotto le mensole ci sono due bassorilievi raffiguranti Giuda che riscuote i denari e Pietro che rinnega Gesù Cristo, raffiguranti rispettivamente il peccatore impenitente e quello pentito. Nonostante non sia una delle più note cattedrali italiane, il Duomo di Modena riveste un ruolo importantissimo nell’ambito del romanico padano. All'inizio del presbiterio, già collocata all'esterno del Duomo presso la torre campanaria e trasferita all'interno nel 1897, si trova la statua di Agostino di Duccio che rappresenta il miracolo del Santo patrono che salva un bambino caduto dalla Ghirlandina acciuffandolo per i capelli (1442 circa). Due fiere (un leone ed una pantera) sui cui corpi si arrotolano due serpenti che le mordono sul groppone. [7]. Questi rilievi sono posti al di sopra dei portali laterali e a fianco di quello centrale, sono suddivisi in dodici parti, che vanno dalla rappresentazione di Dio in una mandorla fino al diluvio universale. Duomo di Modena: Fu costruito da Lanfranco e si sviluppa su 3 livelli, con 3 absidi e 3 navate, ma privo di transetto. Questo motivo di derivazione classica si ripete poi tutt'intorno all'edificio. La costruzione romanica fu terminata nel 1184. I rilievi di Wiligelmo ne fanno il caposcuola della scultura romanica in Italia. La facciata è dominata dalla decorazione marmorea plastica dovuta in gran parte a Wiligelmo, scultore modenese, che scolpì i quattro grandi rilievi con le Storie della Genesi, un tempo allineati molto probabilmente ai lati del portale centrale (dove ne sono collocati ancora due) e poi spostati con l'apertura dei portali laterali (gli altri due infatti sono al di sopra delle porte laterali). L'uso di pilastri a fascio e colonne alternati è di solito funzionale alla costruzione delle volte, perché le volte della navata centrale, più ampie e pesanti, poggiano su pilastri, mentre le volte delle navate laterali scaricano su colonne o pilastri più piccoli. Il largo impiego di marmi romani è evidenziato da figure e iscrizioni che si trovano qua e là nelle lastre che ricoprono il Duomo e la torre campanaria e dai leoni stilofori certamente di origine romana del portale maggiore e della Porta dei principi, i primi del genere a venire impiegati in un edificio medievale. Sotto al polittico si trova una lastra marmorea con la croce e animali che si fronteggiano del IX secolo, che proviene dalla prima cattedrale poi andata distrutta. Il Duomo di Modena è uno degli edifici più importanti della città e presenta una maestosa facciata, ricca di dettagli interessanti da conoscere. Successivamente fino al XIV secolo, generazioni di maestri Campionesi modificarono l'aspetto della costruzione aggiungendo il rosone in facciata, aprendo la Porta Regia, rialzando la parte absidale, lavorando alla Ghirlandina e aggiungendo il pontile presbiteriale. Presenza anche di un finto matroneo che ha la funzione di alleggerire la struttura, il quale riprende il motivo della loggia percorribile all'esterno. Pende sopra il pontile un notevole crocifisso ligneo dorato del XIII secolo. Sono da ammirare i capitelli delle numerose colonne, tutti diversi per forma e dimensioni: pochi sono in stile corinzio, gli altri sono con leoni, sirene, animali fantasiosi e uno con la Storia di San Lorenzo. Nel caso del Duomo di Modena, all'epoca della costruzione, la scelta fu puramente stilistica, essendo anticamente coperta da capriate. Il Duomo di Pisa Il Duomo, iniziato nel 1604 per volontà delle magistrature della città e del vescovo Guido, è dedicato alla Vergine in ringraziamento della vittoria navale sugli arabi a Palermo. Lo strumento, di piccole dimensioni, è a trasmissione meccanica ed ha una tastiera di 45 note ed una pedaliera a leggio di 12, entrambe con prima ottava scavezza. Una lingua universale sempre viva che questi agili volumi vogliono rendere ancora più chiara ed attuale per tutti. Nell'aprile del 1934 papa Pio XI l'ha elevata alla dignità di basilica minore.[1]. Oggi i canali sono coperti da vie che ricordano nel nome le vie d'acqua sottostanti (Corso Canalgrande, corso Canalchiaro, via Canalino). Questo motivo dà ritmo all'edificio scandendo l'articolazione dello spazio con un gioco di chiaroscuri. Il Duomo di Modena è una testimonianza rara e incredibilmente ben conservata in stile romanico in generale, sia all'esterno che all'interno. Lanfranco, Basilica di San Geminiano a Modena, 1099-1230 circa. Allo stesso modo, il Duomo di Ferrara, romanico in origine, subì varie aggiunte tra i secoli XIII quando la facciata venne "goticizzata" e l'interno completamente rinnovato nel Settecento e alla fine dell'Ottocento. I lavori edili andarono avanti alacremente procedendo nel frattempo la demolizione di parti della vecchia cattedrale per fare posto alla nuova, sicché nel 1106 la costruzione era già coperta e si poté traslare il corpo del Santo patrono da ciò che restava ancora della vecchia chiesa dove era sepolto alla cripta della nuova basilica. All'esterno l'articolazione dello spazio riflette quella interna, una teoria di loggette ad altezza di "matroneo", cinge tutto il perimetro del Duomo, racchiuse da arcate cieche. La più piccola Porta dei Principi è ornata nell'architrave da un bassorilievo raffigurante episodi della vita di San Geminiano. Si tratta di un edificio antichissimo, la cui costruzione iniziò nel 1099 a opera di Lanfranco e Wilielmo. Tra il 2007 e il 2008 il Duomo è sottoposto a restauro consolidativo. L'attività dei Campionesi continuò per tre generazioni, come testimonia nel 1322 la realizzazione del pulpito interno da parte di Enrico da Campione. La polemica divampò e investì anche la critica d'arte nazionale, cosicché il Capitolo del Duomo tornò sulla sua decisione, facendo rimuovere le porte in bronzo e rimettendo le vecchie e anonime porte in legno. Notare la facciata con tetto a salienti. La copertura a salienti è geometricamente inscrivibile in un quadrato. Venne realizzato come "domus Clari Geminiani", casa di San Geminiano, Patrono di Modena (312-397). Ciò a differenza del Duomo di Parma (1106), che vide rifatte nel Cinquecento le absidi interne, e parzialmente nascoste dalla sagrestia due delle esterne, oltre alla costruzione della cupola internamente affrescata dal Correggio. Rivolta a tramontana, dove spirano i freddi venti e dove si estendono le oscurità del peccato, la porta settentrionale fa da specchio alle insidie e alle fatiche della vita terrena. [8] Winlogee è la donna tenuta prigioniera in un castello; una volta liberata si ricongiungerà con Artù. La porta venne decorata da un allievo di Wiligelmo, detto Maestro di Artù. Sopra il matroneo vi è un cleristorio molto alto per rinforzare le volte a crociera. Notevole è l'originalità del tema trattato e il realismo delle figure di dimensioni uguali al vero. Chi passeggia sotto i portici di Palazzo Comunale in piazza Grande potrà vedere nella vetrina dello Iat (Ufficio informazione e accoglienza turistica) la facciata del Duomo di Modena in una versione originale. Sempre di questo scultore sono i due genietti alati appoggiati su fiaccole rovesciate, certamente ripresi da modelli dell'antichità che egli doveva aver visto sui sarcofagi riemersi dalla necropoli romana, simboli funerari della morte e del lutto; accanto a quello di sinistra un uccello, che viene identificato con l'ibis, simbolo del cattivo cristiano, o col pellicano, che si richiama alla resurrezione di Cristo. Notevoli sono le porte laterali, due sul fianco sud nella piazza Grande e una su quello nord. Il pulpito centrale di Enrico da Campione (1322) è ornato di statuine in terracotta opera di plastici modenesi aggiunte nei secoli successivi. VV., Marmoribus Sculptis, Il duomo di Modena arte e storia, editore Altair4 multimedia per Museo Civico d'arte e Cassa di Risparmio di Modena, Modena 1998(senza ISBN). Lanfranco venne a Modena accompagnato da un gruppo di valenti muratori e lapicidi (i cosiddetti Maestri comacini, cioè provenienti da località del lago di Como) che si misero subito al lavoro. Ciò voleva significare che l'uomo è un essere intermedio, a metà strada tra Dio e l'animale. Nella zona superiore della parte centrale c'è un enorme rosone, protagonista della facciata. Gli altri cinque capitelli recano motivi vegetali. Sul fianco settentrionale, in via Lanfranco, si trova la Porta della Pescheria, sormontata dal protiro retto da due colonne su leoni stilofori, che ha negli stipiti bassorilievi ispirati ai dodici mesi dell'anno e tralci vegetali abitati da animali reali e fantastici. 18 relazioni. In occasione di questo restauro si commissionò a un modesto pittore modenese l'incarico di dipingere l'interno superiore delle absidi ed egli assolse il compito effettuando affreschi che imitano i mosaici bizantini. Il tutto è sormontato da un imponente protiro. Dopo Lanfranco e Wiligelmo, tra il XII e il XIV secolo il Duomo fu abbellito dai ripetuti interventi architettonici e scultorei di Anselmo da Campione e dei suoi allievi, tra cui il suo abiatico Arrigo da Campione. pres. Lettura visiva (architettura): La basilica romanica – Il duomo di Modena a.s. 2013/14 Lezioni di Storia dell’Arte – prof.ssa Annamaria Donadio Pagina 4 La facciata La facciata è a salienti che riflettono la forma interna delle navate, con tetti a spioventi ad altezze diverse. a. Che sale verso l’alto, in determinate locuz. MODENA facciata duomo e torre ghirlandina (D-L 022) EUR 8,00 + EUR 3,00 spedizione . La figura di Aprile e il cavaliere di Maggio rimandano invece alla nobiltà, al mondo cortese, alla caccia, alla guerra. Proprietà: Basilica Metropolitana di Modena. Il suo stile viene accostato a quello dei contemporanei scultori provenzali, così come quello degli allievi di Wiligelmo è avvicinato agli scultori borgognoni. Il grande rosone venne aggiunto nel XIII secolo assieme ai due portali laterali, che comportarono lo spostamento dei pannelli di Wiligelmo. Vicino si trova anche il monumento funerario di Francesco Maria Molza, poeta di nobile famiglia modenese, opera del 1516 di Bartolomeo Spani che lavorò anche a Reggio Emilia e a Roma. Numerosi rilievi, tra i quali i quattro celebri pannelli con le Storie della Genesi di Wiligelmo, decorano la facciata. Questa pagina è stata modificata per l'ultima volta il 9 dic 2020 alle 00:04. Nel 1936 si ricostruirono le guglie a loggetta che sovrastano i pilastri della facciata cadute per il terremoto del 1797 e mai ricollocate in loco. Comune di Modena. Gli arieti in lotta coi mostri le zampe dei quali superano le lesene e si appoggiano al muro della facciata. Nell'architrave si trova un bassorilievo raffigurante Episodi della vita di San Geminiano: Alcuni critici pensano di attribuire le storie di San Geminiano a Wiligelmo stesso in tarda età, almeno per alcune parti dei bassorilievi che rappresentano scena della vita di San Geminiano, ma tale attribuzione è da scartare per l'assenza della tensione e della forza plastica che anima la scultura di Wiligelmo sulla facciata. L'organo maggiore del duomo di Modena, a trasmissione elettro-pneumatica, fu costruito nel 1934 dalla ditta Balbiani Vegezzi-Bossi. Videoguida descrittiva del Duomo di Modena, curata del Duomo di Modena in collaborazione con Pongo Films. Sempre in questi anni, grazie a un lascito testamentario, si sono potute costruire e installare tre porte in bronzo per i portali della facciata. E' suddivisa in tre parti, scandite da contrafforti. e saliente m. [part. La copertura era anticamente a capriate lignee e venne sostituita con volte a crociera a sesto acuto soltanto durante il XV secolo. Gli interventi successivi più importanti sono nel XV secolo, quando fra il 1437 e il 1455 si nascose con volte a crociera l'originaria copertura a capriate lignee, forse voluta dai committenti timorosi che succedesse quanto era avvenuto alle volte del duomo precedente, che avevano palesato presto vistose lesioni. Sono opera certamente di un grande scultore che, nella fermezza dei volumi e qualche altra consonanza si può ancora riferire a Wiligelmo, ma la resa è più minuziosa e raffinata, come nelle figurine su avorio: egli aveva ormai introdotto nella tradizione della scuola modenese elementi della scultura borgognona. Percorsi guidati nell'arte del Medioevo italiano suddivisi per aree geografiche. Nella cripta del duomo si trovano le reliquie del santo, conservate in una semplice urna del IV secolo ricoperta da una lastra di pietra e sorretta da colonne di spoglio. Due poderose paraste dividono la facciata in tre campiture. Corso Duomo - 41121 Modena. Nella metà dell'XI secolo la prima chiesa venne sostituita da una più grande, la quale tuttavia, per le scarse capacità dei costruttori, minacciava di crollare già verso la fine del secolo, quando il popolo decise di costruirne una nuova. Sullo stesso lato sporge un pulpito opera del 1500-1501 di Giacomo da Ferrara e Paolo di Giacomo che ha sulla cassa i simboli degli Evangelisti. Fu costruita in pietra dal costruttore Lanfranco. È stato restaurato dalla stessa nel 1984, e in tale occasione fu realizzata una nuova consolle. Quanto poi ai rilievi del ciclo arturiano, i temi e le soluzioni formali dei rilievi modenesi rappresentanti il ciclo bretone (con Winlogee, Galvaginus, Corrado, Isdernus, Burmaltus e Artus de Bretania) rimandano al ricamo dell'arazzo di Bayeux. Il Duomo di Modena ha una facciata a salienti, e se guardiamo solo la facciata vediamo che già questa chiarisce quali sono gli spazi interni, tanto è vero che i contrafforti individuano la navata centrale, e anche lateralmente la chiesa è contraffortata. Lo stesso documento conferma anche il nome dell'architetto Lanfranco e ne riporta anche un disegno che lo ritrae in vesti ricche rispetto a quelle umili degli operai, che dirige con una verga in mano i lavori degli scavi per le fondazioni e per l'erezione di una parete. I personaggi presentano nomi di origine bretone (risalenti all'antico o medio bretone) Il terribile terremoto del 1117,che sconvolse l'area padana,non lese il duomo di Modena, fatto che lo rese fonte di ispirazione per gli architetti che costruirono e riammodernarono importanti edifici come le cattedrali di Ferrara, Piacenza, Parma o l'abbazia di Nonantola. di salire, dal lat. Il popolo, che avvertiva la necessità di mettere mano a una nuova chiesa, approfittando anche dell'assenza del vescovo, decise di costruire una nuova grande cattedrale, cosicché quando il nuovo vescovo Dodone, nominato pur con qualche difficoltà nel 1100 da papa Urbano II, riuscì a farsi accettare da tutti e giunse a Modena, trovò il cantiere del nuovo Duomo già aperto. CARTOLINA MODENA TORRE GHIRLANDINA DUOMO DI MODENA . duomo di modena . San Paolo a Ripa d'Arno a Pisa La facciata a salienti, o più in generale copertura a salienti, è un termine architettonico usato per definire la forma della facciata di un edificio, solitamente una chiesa, quando, come suggerisce il termine stesso, la copertura presenta una successione di spioventi posti a differenti altezze. trifore (3 aperture) loggia contrafforti bassorilievo 3 navate tripartite di wiligelmo all'interno n facciata con tetto a salienti duomo di nfodena rosone edicola ( da dove affacciava protiro portale leoni stilofo il vescovo) maggiore . Sul duomo di Modena esistono altre porte, due sul fianco in piazza e una verso nord. Più avanti verso la Porta della Pescheria è la Pala di San Sebastiano della prima metà del Cinquecento di Dosso Dossi, considerata uno dei capolavori d'arte sacra del pittore. Tra le raffigurazioni c'è quella di un tralcio di vite abitato che si sviluppa sugli stipiti, sull'architrave e sull'archivolto a simboleggiare che il fedele sta entrando nella "vigna del Signore", cioè nella redenzione. La sede vescovile restò allora vacante per diversi anni a causa dell'impossibilità per il papa di trovare un candidato gradito al popolo e al partito imperiale. Le decorazioni degli archi e delle colonne, nonché le torricine laterali rimandano alla Gerusalemme celeste e quindi alla loro condizione paradisiaca. AA. Il centro è dominato dal portale maggiore, sovrastato da un protiro a due piani con un'edicola dalla volta a botte. saillant]. Le sculture del Duomo di Modena sono parte integrante del complesso monumentale e costituiscono la più importante testimonianza del rinascere dell'arte scultorea su scala monumentale in Italia, punto di partenza per i successivi sviluppi artistici nel Nord-Italia e oltre. Vi sono raffigurate scene curiose, un vero unicum, con figure fantastiche in atteggiamenti originali e talora acrobatici, come le due donne sedute una delle quali è a testa all'ingiù. Già i Campionesi fecero in modo di inserire alcuni elementi formali gotici, ma ciò si accorda perfettamente al romanico di Lanfranco e Wiligelmo, che domina incontrastato. Vi è un terzo organo, costruito nel 2012 da Nicola Puccini, utilizzato prevalentemente per l'accompagnamento della Cappella Musicale del Duomo. Le pareti che separano le navate sono scandite da archi a tutto sesto, poggianti su pilastri compositi alternati a colonne, e articolate da triplici arcate nel triforio, dove si simula un matroneo inesistente ripreso da modelli carolingi e ottoniani, e strette finestre nel cleristorio, dalle quali filtra la luce. Esistevano comunque quattro campate già delimitate da arconi, che ancora attraversano la navata e che creavano un ritmo nella struttura parietale, sottolineato anche dalle paraste che prolungano i pilastri, dalle membrature degli archi a tutto sesto e dalle trifore. Modena - Duomo - Facciata e Torre Ghirlandina. Nel XVIII secolo venne modificata l'abside centrale della cripta, entro cui si trova il sepolcro di San Geminiano: grazie al lascito testamentario di un canonico le pareti vennero rivestite di marmi rari e preziosi, le finestre chiuse da preziose e sottili lastre di onice, le volte vennero rifatte e decorate con stucchi e altri materiali. Artù viene a liberarla con l'aiuto di altri cavalieri: Isdernus e Burmaltus che lottano vittoriosamente contro il "cattivo" Mardoc. ULTERIORE SCONTO DEL 15% SE NE ACQUISTI ALMENO 10 Vedi tutti gli oggetti idonei. Desumibile stilisticamente da Piero della Francesca contiene una Madonna aureolata d'oro che spicca fra Santi; in alto è rappresentato il Giudizio universale. saliens -entis; in alcuni usi e sign. Il Duomo di Modena a cura di Chiara Frugoni, fotografie di Ghigo Roli, collana Mirabilia Italiae, Editore Franco Cosimo Panini, Modena 1999, 3 volumi ISBN 88-7686-982-4. contrafforte rosone facciata a salienti pròtiro leoni stilòfori loggette archetti pensili monòfora Lanfranco, Basilica di San Geminiano a Modena, 1099-1230 circa. Si tratta di un'opera di Wiligelmo, cui sono attribuite la maggioranza delle sculture ora localizzate sulla facciata. Le quattro mensole che sostengono il pontile più internamente riportano telamoni, Sansone che smascella il leone (esterno destro) e un Leone che divora un peccatore (esterno sinistro). A loro si devono buona parte delle decorazioni interne, ma anche diversi interventi strutturali quali l'apertura delle due porte della facciata ai lati del portale maggiore e la costruzione del grande rosone gotico al centro della facciata, che comportò un intervento al secondo piano del protiro del portale maggiore. Lo stesso modello è ripreso anche nella Porta Regia sul fianco. Queste sculture si attribuiscono alla scuola di Wiligelmo: esse si caratterizzano per un grande controllo dei mezzi espressivi che genera composizioni equilibrate ed eleganti. Simbolo di porta e di passaggio, Giano è spesso utilizzato per simboleggiare il mese di Gennaio nei cicli medievali. Il Duomo di Modena Il Duomo di Modena è tra i maggiori monumenti della cultura romanica in Europa, riconosciuto nel 1997 dall’UNESCO Patrimonio Mondiale dell’Umanità, assieme alla sua torre Ghirlandina e all’adiacente Piazza Grande.Il Duomo fu fondato il 9 giugno del 1099 per iniziativa delle varie classi sociali cittadine, come affermazione dei valori civici, culturali […] Demolita poi completamente la vecchia cattedrale, i lavori continuarono ed entro il terzo decennio del XII secolo il lavoro dei successori di Lanfranco e Wiligelmo si era concluso. La Porta della Pescheria si apre a nord, lungo la via Emilia, e proprio a settentrione, secondo un'antica consuetudine, è ubicata la porta del pellegrino. Poiché le cronache registrano nel 1319 il compimento a opera dello stesso Enrico da Campione della cuspide della Ghirlandina, si può datare intorno alla metà del XIV secolo la partenza dalla città dei Campionesi. 2005 © Mauro Piergigli & Associazione Culturale Italia Medievale. Il Duomo di Modena è il simbolo della vita di fede e di culto della comunità cristiana modenese.